È facile da utilizzare, ottimizza lo spazio per lo stoccaggio ed è semplice da smaltire: tra le conserve di pomodoro per il Foodservice, la bag in box, imballaggio flessibile molto conosciuto e apprezzato all’estero, sta riscuotendo un successo crescente anche in Italia. Germania e Nord Europa sono per Pomì, marchio del Consorzio Casalasco del Pomodoro, le aree in cui questa tipologia di confezionamento la fa da padrone assoluto. «Al contrario, in Italia – spiega il Responsabile Marketing, Fabrizio Fichera – la latta riveste per noi una quota di mercato del 65%; solo il restante 35% va al bag in box, anche se notiamo una sua fortissima ascesa». Una tendenza rilevata anche da Mutti, azienda italiana specializzata nelle conserve alimentari, in particolare nel settore del pomodoro. «Negli ultimi tempi – fa sapere l’Ufficio Marketing – si sta assistendo a una richiesta sempre crescente, da parte del mercato professionale, di questa tipologia di imballaggio, che abbiamo deciso di introdurre, accanto alla tradizionale latta in banda stagnata e al vaso in vetro richiudibile, nella nostra gamma Foodservice».
Le ragioni che giustificano la crescita della bag in box sono molteplici e trovano concordi le aziende. Si va dalla migliore conservazione del prodotto, grazie al sacco asettico e al tappo richiudibile, alla praticità e sicurezza di utilizzo, fino alla sua flessibilità, che consente di compattarla e gettarla nella pattumiera senza creare ingombro. «Soddisfacendo così le necessità – sottolinea l’Ufficio Marketing di Mutti – sia di tutti coloro che ricercano la massima praticità e maneggevolezza in cucina sia dei ristoratori e dei pizzaioli che hanno particolari esigenze di velocità».
Ma quali sono i prodotti confezionati in bag in box?
Si va dalla polpa alla passata, ai concentrati sia al naturale che ricettati con verdure o spezie, alle salse per pizza, classiche o aromatizzate. E i formati arrivano anche a 20 kg.
Conserve Italia, con i suoi top brand per il Foodservice, Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef, offre in questa tipologia di imballaggio una gamma completa di pomodoro 100% italiano, «pensata – spiega il Marketing Manager Foodservice di Conserve Italia, Silvia Galeazzi – per soddisfare le esigenze e la creatività di cuochi e pizzaioli con un prodotto di qualità, versatile nelle prestazioni e dalla migliore resa. La lavorazione del pomodoro avviene in stabilimenti vicini ai luoghi di coltivazione ed entro 24 ore dalla raccolta, per preservarne il gusto autentico. Questo asset strategico crea un forte legame con il territorio, che costituisce da sempre un’opportunità ai fini della valorizzazione della produzione agricola italiana, nonché una garanzia nei confronti degli utilizzatori professionali sull’origine della materia prima e sulla qualità dei prodotti finiti».
C’è chi poi ha deciso di arricchire la propria offerta Foodservice con una linea biologica. È il caso di Conserve Manfuso. L’azienda campana ha lanciato, sempre in bag in box, una gamma di conserve di pomodoro bio: polpa fine, passata e doppio concentrato.
Come ha fatto anche Gruppo Petti – Italian Food. L’azienda, nota per l’utilizzo di solo pomodoro toscano, propone la linea Professional “Petti – Il pomodoro al centro”, che, per ogni prodotto, propone la versione biologica accanto a quella convenzionale. «La nostra polpa fine convenzionale e biologica 100% Toscana in bag in box, su cui la concorrenza è molto bassa, se non nulla per quanto riguarda l’origine toscana della materia prima, è molto richiesta – ha affermato Vera Epifano, Marketing Manager dell’azienda – e di anno in anno crescono i volumi di vendita, grazie alla scelta dei ristoratori di sostituirla ai più tradizionali pomodori pelati».