Non si arresta il buon momento della birra in Italia. Dopo avere segnato lo scorso anno, come reso noto da Assobirra, il record storico sul fronte della produzione (15,6 milioni di ettolitri), ma anche su quello del consumo pro capite salito a 31,8 litri, ecco sopraggiungere un’altra analisi di settore a ulteriore testimonianza che il mercato delle bevande al luppolo e malto mantiene un’andatura di crescita. Questa volta a ribadire il buon momento del comparto brassicolo è Iri. La società di ricerca, nell’anno terminante Giugno 2018 e in relazione al canale grossisti, ha registrato nel fuori casa volumi di birra venduti pari a 570,2 milioni di litri, equivalente a un incremento annuale del 2,5%, per un corrispettivo a valore di 1,28 miliardi di euro, il 3% in più rispetto al valore che era stato riportato nell’analogo periodo dell’anno precedente.
I big players
Il report Iri ha poi confermato i tre player del mercato, ovvero Heineken, Peroni e Inbev, che sommando i rispettivi ricavi hanno generato il 52,8% dell’intero giro di affari. Lo studio ha poi esaminato le performance a livello geografico, evidenziando come tutte le zone del Bel Paese si siano egregiamente comportate. Il Sud Italia, complice anche una primavera decisamente calda e quindi positiva per i consumi di bevande, si riconferma l’area dove si concentrano i volumi maggiori di birra: qui sono stati venduti 184,68 milioni di litri (+2%), per un fatturato balzato a 348,64 milioni di euro (+2,6%) che regala al Meridione il primato nazionale. Si è molto ben distinto anche il Nord Est con un significativo incremento sia a volume (+4,2%), sia a valore (+3,8%), anche se questa parte dello Stivale rimane quella in cui si acquista e beve meno birra sul mercato nostrano. Meglio la situazione dai dirimpettai: nel Nord Ovest, infatti, il mercato nell’anno terminante di giugno ha realizzato un passo in avanti nelle quantità (+3,1%), riportando un giro di affari di 307,7 milioni di euro (+2,6%). Infine, non ha deluso le aspettative nemmeno la zona Centro e Sardegna, dove incrociando i dati dei grossisti è emerso un aumento dei volumi dell’1,5%, mentre a livello monetario la situazione è apparsa florida con un giro di affari 327,6 milioni di euro, il 2,9% meglio di quanto era stato realizzato nell’anno precedente.