Catene di ristorazione e convenience store non americani, quali i top?

NRN, Nation’s Restaurant News, ha stilato per il 2018 la classifica delle prime 25 catene di ristorazione e convenience store non americane, basandosi sui fatturati del 2017.

Con l’approssimarsi della fine dell’anno, non è inusuale imbattersi in discussioni che abbiano per oggetto o includano almeno una di queste parole: bilanci, budget, ranking, classifiche, Top 3, Top 10, Top 50, fatturato e via discorrendo. Per non smentire tale tradizione, la testata online Nation’s Restaurant News ha stilato la classifica delle migliori 25 catene di ristorazione e convenience store, per fatturato, con sede principale al di fuori degli USA e Canada. Da tale classifica abbiamo estrapolato i dati sulle prime dieci.

Ciò che balza subito agli occhi e deve far riflettere è che 7 di queste 10 sono catene orientali; la parte del leone la fa il Giappone con 4 catene (tutto il podio), l’Inghilterra con 2 e poi una a testa per Olanda, Filippine, Cina, Corea del Sud.

Posizione 10: Sukiya

Il colosso giapponese del guydon (letteralmente ciotola di manzo) si colloca al decimo posto con un fatturato nel 2017 di 1.658.700.000 usd (+5,20% rispetto al 2016) e 1.953 punti vendita (-0,66%).

Posizione 9: Dicos

Numeri importanti per la catena di fast-food cinese, che entra in classifica grazie a vendite per 1.668.600.000 usd (+5,21%) e 2.550 locations (+4,08%).

Posizione 8: Jollibee

La catena del “filippino pride” che tratteremo prossimamente sulle pagine di Food Service, si attesta all’ottavo posto con 1.683.200.000 usd (+14,13%) e 1.123 centri (+6,14%).

Posizione 7: Costa Coffee

Il format delle caffetterie made in UK, ma di chiare origini italiane (i genitori dei fratelli Costa, fondatori della catena, erano della provincia di Parma) ha registrato un fatturato di 1.771.400.000 usd (+2,2%) in 3.618 caffetterie (+3,25%).

Posizione 6: Ikea Restaurant

Incredibile ma vero, il colosso svedese con la sede in Olanda, grazie alle sue famose polpettine è riuscito a raggiungere un fatturato di 1.781.800.000 usd (+9.4%) nei suoi 404 ristoranti in tutto il mondo (+6,6%).

Posizione 5: Paris Baguette

Se noi italiani ci infastidiamo per il “parmesano”, “kappuccino” o “Parma ham” credo che i nostri cugini transalpini facciano altrettanto per questa catena di panetterie sudcoreana, che, anche grazie al suo “french sounding” ha registrato vendite per 2.034.000.000 usd (+4,91%) 3.762 bakeries (+4,5%).

Posizione 4: Wetherspoon

Il format di pub inglese, celebre per aver deciso di chiudere tutti i propri profili social nel mese di aprile, si colloca ai piedi del podio, grazie a un fatturato di 2.139.800.00 usd (+6,09%) ma, anche a causa della Brexit, vede una diminuzione delle locations a 913 (-4,8%).

Posizione 3: Lawson

Il podio di questa speciale classifica è territorio dei colossi nipponici del C-Store. Gradino più basso per il gigante originario dell’Ohio, con 4.837.200.000 usd (+11,36%) e 14.401 stores (+9,03%).

Posizione 2: FamilyMart

La sola catena a poter contare su negozi in tutte le prefetture nipponiche, si deve accontentare della piazza d’onore con 6.096.020.000 usd di vendite globali, ma si colloca al primo posto sia come crescita (+28,07%), sia come aumento dei punti vendita, con 20.735 (+10,47%).

Posizione 1: 7Eleven

Il gigante nippo-americano si colloca al primo posto, dando ben “due giri” a FamilyMart sia come fatturato 20.607.600.000 (+6,42%) che come locations 63.052 (+3,47%)

Volendo considerare solo i format di ristorazione, la britannica Wetherspoon sarebbe al primo posto di questa speciale Top 10.

© Riproduzione riservata