Il percorso comune con i fondi d’investimento Franco Manna, fondatore e Presidente del Gruppo Sebeto, che annovera la catena Rossopomodoro, lo ha iniziato nel 2006. «In quegli anni il mercato stava diventando sempre più competitivo – spiega Manna –, con la comparsa di piccoli player nel segmento della pizza napoletana che avevano iniziato ad aprire locali al di fuori di Napoli, per esempio a Roma e Milano. Inoltre, aspetto molto importante, le aperture dei centri commerciali si stavano moltiplicando ed era necessario cogliere l’occasione. In quel momento abbiamo capito che per affrontare le sfide del mercato e sviluppare il format Rossopomodoro, imponendo il nostro marchio, era d’obbligo investire».
Manna trova l’accordo con il Fondo d’investimento Quadrivio, con il quale, come sottolinea il Presidente del Gruppo Sebeto, «c’era una condivisione dei piani di sviluppo. Compattammo la società, liquidando i soci minoritari, con cui avevamo accordi a livello locale, e stipulammo l’accordo con Quadrivio, aprendo nuovi punti vendita nei centri urbani e nei centri commerciali in tutta la Penisola».
Il successivo passaggio è datato 2011, quando entra in società il Fondo d’investimento Change Capital, con cui il Gruppo Sebeto prosegue nella crescita e nella diversificazione del business. «A inizio 2018, e questa è l’ultima tappa del percorso con i Fondi d’investimento, l’operatore di private equity londinese OpCapita ha acquisito l’80% della quota azionaria del Gruppo Sebeto: l’operazione è stata formalizzata a giugno – afferma Manna –. Il contributo portato da OpCapita non è solo in termini finanziari ma anche a livello di management e organizzazione».
«Vorrei sottolineare un punto, secondo me, fondamentale – prosegue il Presidente del Gruppo Sebeto –. Il valore del marchio può essere amplificato da un management che arriva dall’esterno solo nel momento in cui il marchio stesso è consolidato e la catena strutturata, come è il caso di Rossopomodoro. Altrimenti, con un marchio ancora in via di sviluppo, puntare solo ed esclusivamente sul management e sull’organizzazione sarebbe limitante a livello imprenditoriale, dove il fattore predominante è la creatività».
Parallelamente all’accordo con OpCapita, è entrato in società, con il ruolo di Amministratore Delegato, Roberto Colombo, ex Chief Operating Officer Italia ed Europa di Autogrill. «OpCapita vede un grande potenziale di crescita del retail e della ristorazione in Italia – spiega Colombo –. Oggi le catene nel nostro Paese rappresentano il 7% del fuori casa, mentre in Europa la percentuale sale al 25% e negli Stati Uniti al 50%. Si conferma, quindi, un grande spazio di crescita per Rossopomodoro, basato su una prospettiva chiave: parliamo di Italia, food, Napoli e pizza, quattro fattori fondamentali nel casual dining. E parliamo anche di un’azienda già strutturata, nella quale il fondo OpCapita sta già investendo capitali e ha creato un mix tra il know-how imprenditoriale dei fondatori e i nuovi manager».
Un accordo, quindi, rapido, che ha dato un’ulteriore accelerazione allo sviluppo di Rossopomodoro. «Non abbiamo perso tempo – sottolinea Colombo –: il 29 agosto scorso abbiamo aperto il primo Rossopomodoro con il pay off “Come un giorno a Napoli”. Si tratta di una nuova pagina della catena, un nuovo posizionamento nel segno della continuità, ma con alcuni aggiornamenti, che punta sulla “napoletanità” del marchio. L’obiettivo è rafforzare il posizionamento di catena leader di Rossopomodoro nel proprio mercato di riferimento in Italia. All’estero, invece, proseguiremo la partnership con Eataly in tutti gli store internazionali».
Estratto dall’inchiesta di copertina del numero di Gennaio-Febbraio. Per leggere l’articolo intero clicca qui