Il poco tempo a disposizione e la tendenza a cucinare meno si riflettono in una nuova abitudine degli italiani: l’utilizzo di piattaforme on line di food delivery.
Nel 2018, in base ai dati del Rapporto Ristorazione Fipe, il 30.2% dei consumatori in Italia ha ordinato così il pranzo o la cena, determinando un fatturato per il settore di 350 milioni di euro, in aumento del 69% rispetto al 2017 e con previsioni di ulteriore crescita nel 2019, contribuendo sempre più allo sviluppo della ristorazione italiana.
La consegna di cibo a domicilio non è una novità nel panorama della ristorazione italiana. Numerosi esercizi, in particolare le pizzerie, adottano da tempo la pratica del portare a casa i propri prodotti. Ciò che è invece una novità per il mercato italiano riguarda lo sviluppo del servizio di consegna basato prevalentemente sull’uso di app che permettono ai consumatori di scegliere e ordinare on line, da una rete sempre più ampia di ristoranti, un insieme di piatti che vengono trasportati nelle case e negli uffici.
Il commento di Matteo Sarzana
Matteo Sarzana, General Manager Deliveroo Italia, una delle piattaforme di food delivery più note, sottolinea come «dal Rapporto emerge che la domanda di cibo online risponde a esigenze diverse rispetto all’esperienza che il consumatore cerca e trova nei ristoranti: esigenze legate a necessità di chi deve o preferisce restare a casa. In ogni caso, l’elemento che unisce chi va al ristorante o chi preferisce ordinare da casa è la qualità del cibo, che resta l’aspetto più importante nelle scelte dei consumatori».
Deliveroo, molto presente nel Nord Italia, quest’anno punta a espandersi nel Centro-Sud: «Il nostro obiettivo è essere presenti in tutte quelle città che hanno dai 50 ai 60mila abitanti e una struttura di ristoranti che sia in grado di soddisfare le esigenze dei clienti. E Il Centro-Sud si è già rilevato particolarmente ricettivo nei confronti del nostro servizio: Cagliari, per esempio, è diventata in 3 mesi la quarta città più importante d’Italia per il food delivery on line».
Consumatori quali e quando?
Ma chi sono i consumatori italiani che utilizzano questa modalità di ordinazione? Anzitutto giovani, grazie alla maggiore abitudine nell’utilizzo della tecnologia rispetto alle altre generazioni, e senza differenze significative tra gli uomini e le donne.
Ed è la cena il momento di consumo più performante per il settore. «La pausa pranzo – afferma Sarzana – rappresenta circa il 30% degli ordini quotidiani, una percentuale ancora bassa».
Il motivo? «Non accettiamo i buoni pasto – spiega –, che costituiscono la principale forma di pagamento della pausa pranzo: in Italia prevedono delle commissioni troppo elevate a carico degli esercenti, rendendo il loro utilizzo impossibile da sostenere sia per noi che per i ristoratori. E non è un caso che a fine mese, quando solitamente i lavoratori hanno terminato i buoni pasto, registriamo un’impennata dell’utilizzo del food delivery on line a pranzo».
di Emanuela Giorgi