Le catene della ristorazione in grande spolvero, mentre le imprese degli altri settori sono in sofferenza. Questa la verità che emerge dal Rapporto Confimprese (Confederazione delle imprese del commercio moderno) 2019, che prevede per l’anno in corso 1.027 aperture e 205 chiusure.
Un calo del 20% determinato, oltre che dalla stagnazione dell’economia e dall’incertezza causata dalla legge di stabilità, anche dalla pressione fiscale sulle imprese e dal costo del lavoro che allarga la forbice tra il Nord e il Sud Italia. «I dati emersi dall’Osservatorio annuale – spiega a Food Service Mario Resca, Presidente di Confimprese – riflettono la situazione di stallo del Paese su cui pesano l’instabilità economica mondiale, le previsioni al ribasso del Pil italiano da parte di Fmi e Bankitalia e il Ddl sulle chiusure degli esercizi commerciali, il cui impatto negativo, oltre a modificare i consumi, ricadrebbe anche sull’appetibilità degli investimenti, anche esteri o di fondi di investimento, nelle attività retail e nel comparto immobiliare. Prevediamo, però, che il ritmo di crescita nel corso dell’anno possa subire un rimbalzo positivo grazie al rapido aumento della ristorazione».
L’impresa della ristorazione commerciale
Quest’ultima, quindi, come sottolineato in precedenza, fa eccezione. «La voglia di entertainment da parte degli italiani non stenta a diminuire – afferma Resca –. Mangiare fuori casa e concedersi momenti di svago rientrano nelle mutate abitudini di consumo e confermano il buon andamento delle aperture nel fast casual food. Sicuramente le catene, lo dimostrano i nostri dati, hanno dalla loro la forza del marchio. L’affiliazione commerciale garantisce a chi vuole mettersi in proprio una relativa sicurezza nell’avvio di un’attività autonoma sia per le imprese che vedono nella formula dell’affiliazione la possibilità di ampliare la rete dei propri punti di vendita, sia per i franchisee che trovano vantaggioso il sostegno dei gruppi imprenditoriali affermati a cui si affiliano».
In effetti, il settore della ristorazione commerciale moderna, in base ai dati dell’Osservatorio Confimprese, registra una media di aperture del 32% superiore agli altri sub-settori e una media di chiusure vicina allo zero. La crescita del food compensa la flessione del 4.5% del fashion.
In calo del 30% sono, invece, i settori arredamento casa e oggettistica, e del 15% l’elettronica di consumo e l’immobiliare.
Ma quali sono le prospettive per il comparto del fuori casa, in particolare della ristorazione commerciale moderna?
«Credo che le prospettive siano buone per il comparto – risponde Resca –, soprattutto per le reti distributive che si stanno organizzando anche con operazioni di cobranding, facendo leva sui due settori iconici del made in Italy nel mondo: food e fashion uniti insieme in un’unica location per offrire al consumatore una shopping experience completa».
Aperture 2019 delle catene aderenti a Confimprese
La Piadineria | 60 |
Cigierre (Old Wild West, Shi’s, Temakinho, Wiener Haus, Pizzikotto e America Graffiti) | 40 |
Roadhouse e Cavalera Fresh Mex | 30 |
Burger King | 30 |
Penta Group (La Yogurteria e Fry Chicken) | 30 |
KFC | 20 |
Domino’s Pizza | 20 |
Gustofast | 20 |
Lowengrube | 17 |
Chef Express | 15 |
Vera Ristorazione (Ristò, Portello Caffè, Cremamore e La Tagliata) | 15 |
CIRFOOD | 10 |
Doppio Malto | 10 |
Cioccolatitaliani | 8 |