Sono tempi in cui si è ritornato molto a parlare di sostenibilità, applicata a diversi ambiti – di business, ma non solo. A Milano, ad esempio, è appena terminata la quinta edizione di Seeds&Chips, il summit mondiale sulla Food Innovation. Un evento che ogni anno ospita milioni di visitatori, numerosi speaker e centinaia di espositori da tutto il mondo. Tutti uniti per parlare del futuro dell’innovazione del cibo, sia da un punto di vista B2B che B2C. Io ho avuto la fortuna di partecipare a questo importante appuntamento internazionale, assistendo a diverse tavole rotonde e dibattiti. In questa edizione le parole chiave su cui si è discusso sono state 5: Africa, Tecnologie gastronomiche, Sviluppo sostenibile, Mare, Blockchain. Il tema della sostenibilità, in particolare, è servito da elemento connettore per tutti gli altri. Incuriosita, ho fatto una ricerca parallela e ho scoperto che il dibattito in merito al consumo sostenibile è molto sentito tra Millennials e GenZ. Anche per questo motivo, numerose catene di ristorazione si stanno attrezzando per essere al 100% green. Anche in Italia.
Non esiste Planet B: un tema cruciale per il Foodservice e per le nuove generazioni
Secondo alcuni dati del Global Web Index, Millennials e GenZ in primis, sono le generazioni più sensibili a tematiche quali sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente. Il 61% dei Millennials e il 58% degli appartenenti alla GenZ si dichiara incline a pagare di più per prodotti sostenibili o eco-friendly. Inoltre, l’80% degli intervistati a livello globale appartenenti alla GenZ ritiene fondamentale l’implementazione da parte dei brand di soluzioni green per i propri prodotti. Il dato aumenta all’85% se parliamo di Millennials.
Questo è vero soprattutto se l’argomento di discussione è il cibo. In particolare, come ho scoperto durante un intervento di Tetra-Pack Italia durante l’evento Seeds&Chips di Milano, GenZ e Millennials sembrano essere molto attenti a verificare se la confezione degli alimenti che acquistano o consumano fuori casa sia riciclabile o meno. Non è un caso che, secondo uno studio relativo al settore del Foodservice negli Stati Uniti, pubblicato a inizio 2019 da Mintel – agenzia che si occupa di Marketing Intelligence – il 46% degli intervistati ha dichiarato di scegliere dove mangiare fuori casa solo dopo avere valutato il livello di eco sostenibilità del luogo. Inoltre, quanto più il locale è green, tanto più i consumatori sono propensi a condividere la propria esperienza sui social. Sono valutati in questo caso, sia offerta del menu che materiali usati all’interno del punto vendita, dai tovaglioli all’arredamento.
L’attenzione è tutta per gli Influencer del cibo sostenibile
Per tutti questi motivi, sui social si sta assistendo a un vero e proprio ritorno di una comunicazione del cibo che più che all’estetica, punta all’etica degli ingredienti. Una piccola rivoluzione in ambito #DigitalFood. Anche in Italia, sulla scorta dell’esempio anglosassone e statunitense, stanno nascendo diversi profili online di Influencer attivi nel raccontare l’importanza della sostenibilità nel mondo del cibo. A fine Aprile 2019, GreenStyle ha premiato i Top Italian Green Influencer, cioè i 10 profili più impegnati nel raccontare online il valore della sostenibilità. Si tratta di Influencer attivi in diversi ambiti, dalla mobilità al Lifestyle, fino ad arrivare al mondo del cibo. In quest’ambito è stata premiata Lisa Casali. Lisa è una scienziata ambientale, autrice di sei libri e prima donna responsabile del pool ambiente italiano. Esperta di cucina sostenibile, è anche mamma del blog Ecocucina, attraverso cui racconta come contribuire a ridurre il nostro impatto ambientale a partire dal cibo.
Quali sono le opportunità per i protagonisti del Foodservice legate alle sostenibilità?
In questo scenario, sono evidenti le opportunità che si aprono per chi opera nel settore del Foodservice. Ne avevo già parlato anche qualche mese fa, in un intervista a Foorban, realtà milanese di healthy e green delivery. Investire in iniziative a sostegno dell’ambiente e dimostrarsi attenti al tema della sostenibilità è importante per un ritorno in termini di immagine e reputazione di brand. Ma non solo. Poiché questi temi sono ormai un driver d’acquisto importante per molti consumatori – anche giovanissimi – tutto ciò ha un impatto anche in termini di profitti.
Al contrario, le realtà che continueranno a ignorare i comportamenti e l’attivismo ambientale di GenZ e Millennials, perderanno una grande opportunità. Cioè difficilmente riusciranno a fare presa sui consumatori più giovani. Secondo una ricerca di The Center for Generational Kinetics, la GenZ rappresenta fino a 143 miliardi di dollari di potere d’acquisto a livello globale. Le realtà del mondo food che non si mettono in gioco quando si parla di sostenibilità, rischiano così di perdere più di un’occasione. Spazio, dunque, a locali e al #DigitalFood sostenibile, per un racconto del cibo tutto nuovo e amico dell’ambiente.
di Francesca Di Cecio