“Habemus Carnis”. Se Arby’s, dopo USA, Canada, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait e Egitto, decidesse di sbarcare nell’Europa Mediterranea o in America Latina, a livello di marketing non avrebbe probabilmente che da tradurre in latino il suo celebre motto “We Have the Meats”.
E recentemente la catena ci ha tenuto a ribadire “solo carne vera”.
Decisamente controcorrente e spiazzando un po’ tutti infatti, il format americano, secondo negli USA solo a Subway nel settore dei sandwich, a differenza di quanto annunciato recentemente da Burger King con l’Impossible Whopper, ha rilasciato un comunicato nel quale afferma di non essere interessata a collaborare con Impossible Foods, uno dei due pionieri e leader mondiale nel campo della plant based meat.
NON VI SARÀ MAI CARNE VEGETALE NEI MENU DI ARBY’S
A onor del vero, Arby’s si è sentita in dovere di rilasciare tale dichiarazione in seguito ad alcuni rumors apparsi nei giorni scorsi.
In occasione dell’ultimo round di finanziamento chiuso da Impossible Foods (un round E da 300 milioni), un articolo apparso su VegNews affermava infatti che il format specializzato in panini al roast-beef sarebbe stata tra le prossime catene che avrebbe inserito nei suoi menù la carne vegetale della “startup” americana.
Puntuale e secca è arrivata la smentita: “Contrariamente a quanto riportato questa settimana, Arby’s non è una della catene di ristorazione interessate a collaborare con Impossible Foods. Le possibilità che inseriremo la plant based meat nei menù dei nostri ristoranti, ora o in futuro, sono assolutamente nulle.”
Una dichiarazione che a tutti, me compreso, oltre che clamorosa, è apparsa alquanto frettolosa e fin troppo “integralista”.
IL MONDO STA CAMBIANDO
Se da un lato la fedeltà ai propri valori la perseveranza nella propria idea di business siano indubbiamente da elogiare, una posizione tanto rigida nei confronti di un trend che, seppur agli inizi, appare comunque inarrestabile, potrebbe rivelarsi un boomerang.
Le nuove abitudini e orientamenti in fatto di cibo, capeggiati dai flexitariani e dai millennials, mostrano infatti una popolazione sempre più attenta alle tematiche riguardanti la sostenibilità ambientale e il benessere animale e conseguentemente un consumo più responsabile e ragionevole di carne. Che, beninteso, sono comportamenti ben lontani da quelli delle frange più integraliste del veganesimo, le quali, al pari di Arby’s ripudiano anzi categoricamente la carne vegetale per via della troppa vicinanza, come sapore e consistenza, a quella della carne vera.
Proprio nelle maglie di tali nuove abitudini che la plant based meat trova terreno fertile. Presso le persone a cui piace la carne ma che ne consumeranno sempre meno. Presso le nuove generazioni sempre più attenti a ciò che mangiano. Presso tutte quelle persone che hanno a cuore il futuro del pianeta.
Controsmentita in arrivo da parte di Arby’s?
Antonio Iannone