Villa Italian Kitchen e le croste di pizza: marketing estremo?

Il format di pizzerie statunitense Villa Italian Kitchen da qualche settimana offre la possibilità di acquistare un cartone di sole croste di pizza. Genialata o americanata?

La pizza, oltre che un business da trenta milioni di euro, è anche democratica, imparziale nonché scevra di pregiudizi. Semplice o farcita, alta o bassa, morbida o croccante, piegata a portafoglio o gustata a piccoli bocconi con forchetta o coltello, mette comunque tutti d’accordo.

Ma una volta dichiarata la preferenza del condimento “interno”, i giochi si spostano all’esterno, e più precisamente alla circonferenza. Le croste di pizza o si amano o si odiano e tendenzialmente sono le buone forchette quelle che si distinguono per raccogliere anche le croste avanzate dai piatti di chi invece non è solito apprezzarle.

La crosta, che nella capitale mondiale della pizza si chiama cornicione, è una vera e propria istituzione, nonché un carattere distintivo della vera pizza napoletana.

PIZZA E POTERE

In visita nella città partenopea alcuni anni fa, anche l’ex presidente USA Obama non ha saputo resistere al richiamo della pizza facendosi immortalare nei vicoli intento ad addentare un trancio fumante e filante.

Alcuni anni prima, il suo attuale successore, un giovane Donald Trump, in uno spot per Pizza Hut seduceva la sua ex moglie Ivana offrendole una pizza con la crosta ripiena, iniziativa lanciata negli anni ‘90 dal celebre format.

Quello delle croste di pizza deve essere un tema particolarmente caro per la popolazione a stelle e strisce, considerata anche l’ultima iniziativa della catena di pizzerie Villa Italian Kitchen: un cartone di sole croste. Per 2,95 dollari gli avventori possono portarsi a casa, in un cartone a forma di trancio, 5 o 6 croste di pizza, ovviamente preparate apposta e non avanzate dagli altri clienti.

CARTONE DI CROSTE: GENIALATA O AMERICANATA?

“C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé, il non far parlare di sé”. Questa citazione del maestro Oscar Wilde ha cavalcato tre secoli e sta lì sempre a confermarci una cosa: non esiste cattiva pubblicità. Si può disquisire sulla bontà o meno delle croste ma tale iniziativa può definirsi senz’altro originale ed è andata dritta allo scopo: far parlare del format che la ha lanciata, altrimenti anche noi non saremmo qui.

Come risponderebbero gli italiani a un’iniziativa del genere? A Napoli sicuramente non avrebbe futuro ma a Milano, capitale italiana della tecnologia e dell’innovazione, ma che non brilla certamente per personalità, basterebbe che la vip di turno si immortalasse su Instagram addentando una crosta per renderla immediatamente un trend.

Forse sarebbe meglio dedicarsi alla cura maniacale degli impasti, delle lievitazioni e degli ingredienti, come Gabriele Bonci o alla ridefinizione del concetto stesso di pizzeria, come Briscola Pizza Society.

Voi cosa ne pensate?

di Antonio Iannone

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