Intelligenza artificiale e Robot: avanti tutta

Sono sempre più numerosi i format che si affidano a robot per prendere l’ordine, servire e anche preparare il cibo
Intelligenza artificiale e Robot: avanti tutta

Quello tra fuori casa e innovazione è un binomio sempre più saldo; non è un caso che accanto a foodtech, agritech e via discorrendo, negli ultimi mesi si senta sempre più parlare di horecatech, ovvero tecnologie al servizio della ristorazione e l’hospitality.

FORMAT DI RISTORAZIONE SEMPRE PIÙ TECNOLOGICI

Nei mesi scorsi abbiamo già visto di come vi siano sul mercato macchinari in grado di sostituire il panettiere o addirittura lo chef, così come di format come Zume Pizza, completamente robotizzati.

La catena californiana Caliburger, ha recentemente “assunto” nel proprio ristorante di Pasadena, Flippy, un vero e proprio chef robot, in grado di preparare e comporre gli hamburger sfruttando sensori e videocamere..

Già da alcuni mesi McDonald’s sta testando i robot in cucina così come la gestione vocale degli ordini ed è soprattutto in quest’ottica che va letta la recente acquisizione della compagnia Apprente, specializzata appunto in tecnologie per il controllo vocale.

Starbucks ha puntato tutto sulla digitalizzazione dei processi con il lancio della piattaforma “Digital Flywheel” arricchitasi alcuni mese fa dall’ingresso di Brightbloom, acquisita dal colosso delle caffetterie, in attesa che il fondo Valor Siren Ventures I LP, nel quale il format ha investito 100 milioni di dollari, ufficializzi i primi investimenti.

KFC, in Cina, sta utilizzando il riconoscimento facciale per la gestione degli ordini. Il cliente può  vedere il proprio visto raffigurato su di un grande schermo interattivo che lo guida e lo intrattiene durante la fase di ordinazione. Alla fine del processo l’intelligenza artificiale è in grado di conoscere i gusti del cliente e cosa lui voglia ordinare, dando la possibilità anche di pagare, tramite riconoscimento facciale. In occasione della visita successiva, sempre tramite la medesima tecnologia, il sistema sarà in grado di riconoscere letteralmente il cliente proponendo in primis la replica dell’ultimo ordine.

Pizza Hut a Singapore ha iniziato ad utilizzare Pepper, un cameriere robot sviluppato dall’azienda tecnologica giapponese Softbank, in collaborazione con MasterCard. Il robot è in grado di accogliere i clienti, rispondere alle domande sul menu, prendere l’ordine e anche accettare i pagamenti.

MA L’ITALIA NON STA A GUARDARE

Anche in Italia si può essere serviti da robot. Il ristorante Komachi, in provincia di Como, è anzi già alla seconda generazione di robot camerieri. Dopo aver iniziato circa un mese fa con tre robot “in gonnella” dalle fattezze femminili, da alcuni giorni gli avventori possono essere serviti da un robot di seconda generazione, meno “umano” nell’aspetto ma incredibilmente efficiente.

“I robot”, ci spiega la proprietaria Michela Hu, “si stanno dimostrando un efficace e potente mezzo pubblicitario, stuzzicando la curiosità di grandi e piccini.

I costi? Settemila euro per i robot in pattini e gonna, dodicimila per il nuovo arrivato, ai quali vanno aggiunti i costi per l’installazione dei sensori sul soffitto.

Un investimento indubbiamente importante ma che sta dando i suoi frutti.

Antonio Iannone

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