Cibo italiano. Un nome, una garanzia. O Forse no? Senza eccessivi campanilismi il patrimonio agroalimentare nostrano può sicuramente essere considerato tra i migliori al mondo e può al contempo fregiarsi di un altro primato, tragicomico e incontrovertibile: è il più imitato. L’Italian Sounding purtroppo aumenta ogni anno anche se alcune recenti iniziative promettono di mettergli un freno.
Fuori dall’Italia non è affatto inusuale anche imbattersi in format e ristoranti finti italiani, che sfruttando la popolarità del cibo italiano per acchiappare turisti.
MADE IN ITALY?
Chi non ha mai visto almeno una volta il programma “Little Big Italy” nel quale il simpaticissimo ristoratore romano Francesco Panella gira il mondo alla ricerca dei veri ristoranti italiani?
Non è infrequente infatti che anche alcuni ristoranti italiani all’estero servano piatti che vadano contro la tradizione culinaria del Belpaese. Qualche esempio?
- Spaghetti alla Bolognese – Un’invenzione straniera
- Pizza all’ananas – No comment
- Caesar Salad – Inventata da un italiano ma mai entrata nella nostra tradizione gastronomica
- Fettuccine Alfredo – Nate si a Roma ma praticamente sconosciute entro i confini nazionali
Coldiretti stima inoltre che in 2 ristoranti italiani su 3 all’estero vengano usate materie prime non italiane e che alcuni ingredienti vengano sostituiti con altri di minor pregio e valore, come ad esempio la panna nel tiramisù, il formaggio industriale al posto della mozzarella nella Caprese senza contare tutte le volte che il Parmesan viene usato al posto del Parmigiano Reggiano.
UNA CARTA D’IDENTITÀ PER I RISTORANTI ITALIANI ALL’ESTERO
E proprio per arginare tale fenomeno Coldiretti ha istituito, insieme alla società di certificazione Asacert, una certificazione per identificare e tutelare i veri ristoranti italiani all’estero.
La neonata certificazione “ITA 0039 | 100% Italian Taste” sfrutterà infatti un protocollo appositamente studiato, che andrà ad analizzare la rispondenza dei fornitori, dei menù e della carta dei vini, venendo rilasciata solo a quei ristoranti che sul piano delle materie prime, dello staff e soprattutto della tradizione culinaria e della proposta enogastronomica possano davvero fregiarsi del titolo di “Ristorante Italiano”.
Antonio Iannone