Un intervento shock per salvare le imprese italiane. È quello che propone Massimo Trapletti, Presidente di Confida, l’associazione del vending, un settore che, nonostante sia ancora attivo, visto che il DPCMdell’11 marzo la inserisce tra le attività commerciali essenziali (porta ristoro in ospedali, caserme, aziende rimaste aperte e prigioni), ha visto a marzo ridursi il giro d’affari dell’80% rispetto al mese di febbraio.
UNA MANOVRA IMPATTANTE
Trapletti chiede che il Governo intervenga con una manovra di grande impatto: “Il Decreto Cura Italia ha introdotto le prime misure a sostegno della liquidità, ma sono ancora del tutto insufficienti rispetto alla drammatica situazione che stiamo vivendo. È necessario un intervento ‘shock’ per salvare le nostre imprese prima che sia troppo tardi. L’investimento potrebbe attestarsi attorno ai 200 miliardi di euro, però è indispensabile che questi soldi arrivino direttamente ai soggetti economici e privati come hanno fatto negli Stati Uniti. Mi riferisco alle imprese, attraverso l’abolizione delle tasse di giugno (Irpef, Irap, Tari, Tasi, Imu e Ires), finanziando a lungo termine la necessità di liquidità attuale e mantenendo gli ammortizzatori sociali in deroga applicati già oggi, alle famiglie, posticipando i mutui (come già previsto dal Fondo Gasparrini), riducendo il cuneo fiscale e le tariffe di energia e gas, e ai lavori pubblici, finanziando opere pubbliche quali gli investimenti in ponti, strade che danno occupazione e rimettono in moto l’economia”.
Secondo il Presidente di Confida, queste iniziative porterebbero beneficio immediato in particolare alle piccole e medie imprese, “che rappresentano la gran parte delle aziende italiane, che fatturano 5-10 milioni e gli esercizi commerciali che fatturano fino a 1-2 milioni. Se queste realtà chiudono, tante famiglie resteranno senza un reddito e conseguentemente non consumeranno più. Insomma, l’intero Paese rischierebbe il default”. Ma come trovare 200 miliardi di euro? «Potrebbero essere coperti dall’emissione di titoli a 10-15 anni e con le entrate fiscali che tutte le imprese e le famiglie salvate pagheranno potremmo onorare senza problemi gli interessi sul debito» conclude Trapletti.