Come abbiamo già avuto modo di scrivere, il delivery sta sempre più divenendo l’involontario protagonista dell’emergenza Coronavirus, come testimoniato anche da Deliveroo.
Sono sempre più numerosi infatti i ristoranti che vedono giustamente nel servizio un modo per non azzerare completamente le entrate.
E dopo la collaborazione con The Fork, Fipe continua con le azioni di supporto ai ristoratori che hanno deciso di fornire la consegne a domicilio. Il 2 aprile è stata infatti lanciata “Ristoacasa” la vetrina digitale per i ristoratori che in questi giorni hanno attivato il food delivery.
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ A DISPOSIZIONE DEI PUBBLICI ESERCIZI
La piattaforma, sviluppata in collaborazione con la startup foodtech pOsti, come detto è già attiva e a disposizione di tutti gli esercizi (ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie) che potranno usufruirne per fornire agli utenti le informazioni necessarie alla richiesta del servizio di consegna a domicilio: telefono, indirizzo, sito internet, tipologia di cucina e fascia di prezzo. Ristoacasa permette di individuare tutti i locali che effettuano servizio di consegna a domicilio, soprattutto quelli che decidono di gestirlo con i propri mezzi sfruttando le risorse umane aziendali per evitare di incappare in ulteriori costi, in primis le fee da pagare alle piattaforme.
Il servizio permette agli utenti di circoscrivere l’area di ricerca delle attività, individuare gli esercizi presenti ad una distanza definita dalla propria abitazione e contattarli poi direttamente.
QUALCHE NUMERO SUL FOOD DELIVERY
Fipe riporta poi qualche dato interessante riguardo al food delivery. Tra gli imprenditori della ristorazione tradizionale, per intenderci quelle con il servizio al tavolo e una vocazione gastronomica focalizzata sulla cucina italiana e/o regionale, solo il 5,4% era già in grado, al momento dell’entrata in vigore del decreto, di fornire un servizio di food delivery. Il 10,4% si è subito attivato per svilupparlo mentre il restante 85% ha affermato di non avere intenzione di muoversi in questa direzione. Nel quadro di una situazione che resta drammatica il 40% dei ristoratori segnala una buona crescita della domanda di cibo a domicilio. Tra coloro che hanno dichiarato di non essere interessati al food delivery, e che pertanto hanno chiuso l’attività, il 35,5% ritiene di non avere i mezzi necessari per farlo mentre il 64,5% pensa che in questa situazione non sia economicamente sostenibile.
FIPE E POSTI
“A causa delle misure restrittive in vigore per contrastare l’epidemia da Covid-19, il food delivery è diventato un servizio particolarmente apprezzato dai consumatori e per molti ristoranti è l’unico modo per tenere in piedi l’attività. Il lancio della piattaforma Ristoacasa va proprio in questa direzione – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe – Vogliamo supportare gli imprenditori a sviluppare al meglio il servizio a domicilio, dando visibilità anche a chi per la consegna conta sulle proprie forze, magari impiegando in questo servizio il personale attualmente inutilizzato. Per questo invitiamo tutti gli imprenditori che vedono nel delivery un’opportunità per la propria azienda ad utilizzare sin da subito questo nuovo strumento. Come Federazione sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione delle imprese alle misure di sicurezza raccomandate dalle autorità sanitarie in un momento difficile come questo”.
Così Virgilio Maretto, co-fondatore e CEO di pOsti: “La nostra prossima sfida è dare al consumatore ancora più fiducia sul cibo ricevuto a domicilio in particolare in termini di rispetto delle procedure di sicurezza da parte di tutti gli attori della filiera anche di chi consegna. Stiamo lavorando ad una soluzione, di prossimo lancio, affinché anche il piatto mangiato a casa sia degustato con la massima tranquillità.
Antonio Iannone