Una legge nazionale che sospenda i versamenti dei canoni concessori e demaniali causa chiusura delle macchine per Covid-19. Lo chiede Confida, l’associazione che rappresenta il settore vending in Italia. Scuole e università italiane, infatti, sono ormai chiuse da due mesi a seguito dei decreti ministeriali per contrastare l’epidemia da Coronavirus, mentre molte Pubbliche Amministrazioni hanno cessato lo svolgimento dell’attività ordinaria e altre hanno adottato lo smart working. La chiusura di tutti questi luoghi ha comportato come conseguenza lo spegnimento di oltre 150mila distributori automatici di cibi e bevande e le imprese della distribuzione automatica, in prevalenza PMI che danno lavoro a 33mila persone, sono in grave difficoltà finanziaria, con una perdita media del 71,5% di fatturato.
LETTERA APERTA AL MINISTRO GUALTIERI
Nonostante questa situazione di totale emergenza per il vending, la maggioranza delle Pubbliche Amministrazioni, a eccezione di qualche raro caso virtuoso, continua a pretendere il pagamento dei canoni concessori e demaniali per le macchine ormai spente da mesi. «Il Codice degli Appalti – dichiara Massimo Trapletti, Presidente di Confida – all’art. 165 prevede espressamente che nel caso in cui accadano eventi come l’epidemia di Covid-19, non riconducibili alla volontà del concessionario e che incidono sull’equilibrio economico della concessione, i canoni debbano essere rivisti. Tuttavia la Pubblica Amministrazione si oppone alle richieste delle aziende del settore di sospendere i canoni, ritenendo invece di dover addossare in capo al gestore della distribuzione automatica tutti i rischi e i costi derivanti dall’emergenza epidemiologica».
Confida, quindi, ha indirizzato una lettera aperta al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri richiedendo l’adozione di un provvedimento ministeriale che, a livello nazionale, disponga la sospensione dell’obbligo di versamento dei canoni concessori e demaniali da parte degli operatori del settore del Vending a favore delle Pubbliche Amministrazioni, con decorrenza 15 febbraio 2020 e per tutto il periodo di efficacia delle misure di contenimento dell’emergenza COVID-19.
«Un intervento normativo nazionale – conclude Trapletti – metterebbe fine ai contenziosi tra operatori del settore e Stazioni Concedenti, evitando il fisiologico intasamento della macchina della giustizia e il rischio di adozione di decisioni tra loro contrastanti e contraddittorie».