Fuori casa sì, ma con prudenza. E’ l’atteggiamento prevalente dei consumatori italiani, come emerge dall’ultima ricerca di Formind che ha indagato la “Voglia di fuori casa” in concomitanza con il parziale allentamento del lockdown dovuto al Covid-19. L’obiettivo dell’indagine consiste proprio nel cogliere il possibile atteggiamento al consumo nella fase di ripresa.
È stato quindi indagato l’atteggiamento per singolo momento di consumo ed il conseguente impatto sulle categorie merceologiche. Come il desiderio di ritornare alla normalità, che appartiene a tutti, verrà espresso nella vita sociale, quale sarà la propensione alla frequentazione e al consumo, come si sono modificate le abitudini e se si è modificata la capacità di spesa del consumatore Italiano.
TORNARE AL FUORI CASA: COME E QUANDO?
Dalla ricerca emerge una notevole indecisione alla frequentazione nel canale fuori casa. Il 53% del campione si dichiara poco o per niente propenso, il restante 47% è propenso, ma solo l’8% del secondo gruppo è veramente convinto di ricominciare immediatamente la frequentazione. La propensione è molto variabile nei diversi cluster di consumatori, ed esprime l’elevato timore nel riprendere con regolarità le proprie abitudini nelle prossime settimane.
Molto diversa anche la propensione alla frequentazione dei luoghi di consumo away from home, con una forbice molto ampia che varia dal 64% del bar al 21% del mondo dell’intrattenimento notturno.
La forbice diventa ancora più ampia nei diversi cluster generazionali e nei differenti luoghi di consumo. Nel bar, ad esempio, si dichiara molto propenso alla frequentazione il 29% degli iGen (adolescenti e giovani adulti, dai 13 ai 19 anni) e l’8% dei Baby Boomers, con notevoli differenze anche negli altri cluster.
RISTORANTI
Quanto ai ristoranti, viceversa, si dichiara assolutamente non propenso alla frequentazione il 9% dei Millennials e l’8% della Generazione X. Il che rappresenta una buona notizia, considerato il peso percentuale di questi due cluster nell’ambito della spesa complessiva destinata alla ristorazione.
Anche nei momenti di consumo vi sono situazioni diverse: la cena, con una propensione al 64%, ed il pranzo al 56% sono i momenti in cui si rileva una maggiore predisposizione al consumo. Buona anche la propensione all’aperitivo serale, momento ritenuto dal consumatore di elevato valore edonistico. Maggiore criticità per colazione e aperitivo diurno.
POTERE DI ACQUISTO
Rispetto al potere di acquisto, il 39% del campione dichiara di aver subito una contrazione. Anche se la maggioranza dei consumatori dichiara di non aver subito modifiche economiche tali da indurli a ridurre sostanzialmente il proprio budget destinato al consumo nel canale fuori casa.
L’orientamento alla spesa che emerge dalla ricerca indica una conferma per la volontà di frequentazione del bar, tendenzialmente nel momento dell’aperitivo serale/apericena e del ristorante/pizzeria nel momento della cena. Inalterata la spesa nella pausa pranzo. La buona notizia è che nessuna fascia di consumatori indica che rinuncerà alla spesa nel canale fuori casa.
VACANZE
Il 56% del campione andrà in vacanza, e il 71% resterà nella propria regione di appartenenza. In alcuni territori la domanda potrebbe addirittura superare l’offerta effettiva di disponibilità di alloggi. Quindi anche per le strutture ricettive si apriranno scenari nuovi, che determineranno nuove e diverse opportunità. Infatti ben il 50% del campione si indirizzerà verso alloggi abitativi, seconde case o case vacanze, mentre una fetta considerevole dei vacanzieri effettuerà un turismo pendolare, dal proprio domicilio abituale di residenza.
L’orientamento del consumatore è quello di scegliere mete presso le quali ritiene di trovare la possibilità di combinare le esigenze di relax con l’elevata aspettativa del rispetto delle norme di sicurezza. Vi potrà essere una contrazione significativa della domanda alberghiera a causa del vuoto lasciato dal turista straniero e del diverso orientamento territoriale del turista italiano, ma anche una sostanziale modifica dell’offerta. Ad esempio quella dei lidi, dove maggiore distanza fisica significa minor posti disponibili e quindi presumibilmente ingressi più cari.