Usa, la ristorazione chiede giustizia razziale

Dalle proteste di Black Lives Matter alle azioni di sostegno per i locali “neri”. La Zagat intervista chef e imprenditori afroamericani. E il sito The Infatuation lancia una raccolta fondi
Usa, la ristorazione chiede giustizia razziale

La morte di George Floyd, l’afroamericano di Minneapolis soffocato da un agente di polizia durante l’arresto, ha generato movimenti di protesta in tutto il mondo. Migliaia di persone sono scese in piazza al grido di Black Lives Matter, chiedendo giustizia per Floyd e invitando la società civile a prendere coscienza delle tante discriminazioni che la comunità nera, negli USA e non solo, continua a subire. Anche in cucina. E c’è chi ha cominciato a fare da cassa di risonanza o dando concreto supporto alla ristorazione fatta da chef e imprenditore di colore.

LE TESTIMONIANZE RACCOLTE DALLA ZAGAT

Zagat, la più autorevole guida gastronomica americana, ha raccolto le testimonianze di tre operatori del settore della ristorazione che hanno denunciato la loro invisibilità agli occhi dei media o delle istituzioni. “Troppo spesso per i cuochi neri è impossibile ottenere un riconoscimento, a meno che dietro non ci sia una storia personale dalla portata enorme…o un trucco”, dice Kenny Gilbert, chef del Cut & Gather di Raleigh (Ny) e tv celebrity ( è stato ex concorrente di Top Chef e host di Chopped Junior), “è molto, molto frustrante prendere consapevolezza del fatto che se non cucino qualcosa mentre faccio una verticale, nessuno mi dirà mai che sono stato bravo”.

Kenny Gilbert

UN NETWORK DI CHEF AFROAMERICANI

“Con il Minority Chef Summit abbiamo dato l’opportunità agli chef neri che non venivano presi in considerazione di scambiare opinioni e fare rete. Ed è come se da allora ci fosse più consapevolezza dell’importanza di far sentire la nostra voce”, racconta Erika Dupreé Cline, che ha lavorato in molti ristoranti negli Usa ed è la promotrice di un network di chef afroamericani.

Erika Dupreé Clline

IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI SUI LOCALI DANNEGGIATI DALLE PROTESTE

“La vita umana conta più di qualsiasi business”, dice AndraAJJohnson, partner del ristorante Serenata di Washington DC e co fondatrice della DMV Black Restaurant Week. “E quindi io sono disposta anche a perdonare quanti, sull’onda della rabbia, hanno danneggiato locali e ristoranti che avevano appena aperto dopo il lockdown. Trovo molto più grave il fatto che lo Stato ignora da troppi anni la nostra esistenza e le nostre istanze“.

LA RACCOLTA FONDI DI THE INFATUATION IN 10 CITTÀ

Parallelamente all’iniziativa di Zagat, il sito TheInfatuation.com, portale nato anni fa per raccontare e recensire ristoranti negli USA, ha deciso di promuovere una campagna di raccolta fondi e sostegno per i ristoranti gestiti da imprenditori neri. Sono 10 le città censite, dalla costa Est a quella Ovest degli Stati Uniti. “Mostra solidarietà con la comunità nera mettendo i tuoi soldi direttamente nelle aziende di proprietà dei neri. La nostra raccolta di ristoranti, organizzati per quartiere, disponibili per la consegna e da asporto, non è solo un elenco di realtà da supportare tutti oggi, o domani o la prossima settimana. Questi sono ristoranti che dovremmo sostenere, sempre. Questa guida è solo un passo, un punto di partenza – e la aggiorneremo costantemente”, spiega la pagina introduttiva a ognuna delle città inserite nel progetto.

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