Pregis è la terza azienda nazionale per fatturato del settore Ho.Re.Ca. all’ingrosso e, tra i big, l’unica ad avere un capitale italiano al 100 per cento. Nata come piccolo negozio di alimentari a Riva del Garda nel 1960 per mano di Emilio Gentilini, l’azienda si è sviluppata trasformandosi prima in fornitore di gran parte degli alberghi del Lago di Garda e poi ampliandosi fino ad avere oggi 7 filiali logistiche e 9 transit point, che fanno muovere 10 bilici e 250 automezzi a tre temperature.
La forza vendita è organizzata in 26 aree territoriali, con 260 agenti distribuiti a livello nazionale. L’assortimento si compone di oltre 15.000 referenze che racchiudono l’esperienza e la selezione date da 60 anni di esperienza nel settore. Nel 2019, la società ha superato i 240 milioni di euro di fatturato ed è arrivata a servire con continuità circa 18mila clienti.
IL PROBLEMA
Il tema fondamentale di un’azienda come Pregis è quello della velocità. Con tempi di consegna al mercato locale che non superano le due ore e con 5.000 ordini raccolti al giorno, la necessità di avere performance elevate, unita a una disponibilità always-on per tutto l’anno, è stata il faro guida nelle scelte tecnologiche.
“Performance e resilienza delle informazioni costituiscono il binomio che ci permette di competere con tutti gli altri grossi player internazionali e non – spiega Moreno Gisaldi, Director of IT di Pregis -. Un fermo dei sistemi significa contare mancato fatturato: non ce lo possiamo permettere. Chiudiamo la raccolta ordini alle 20 e alle 4 del mattino dopo partono i camion. Questo non è un gioco per tutti. Per garantire certi tempi di consegna, abbiamo sempre cercato di mantenere aggiornata l’infrastruttura, ma spesso era meno impattante effettuare un intero ‘change’ hardware che rivederne alcune parti”.
LA SOLUZIONE
Per rispondere a queste esigenze, Pregis ha deciso alcuni anni fa di adottare un’infrastruttura cloud-first e scalabile, che potesse crescere di pari passo con il business senza doverlo mai fermare. “Ho iniziato a seguire la piattaforma Nutanix nel 2015, quando lo slogan ‘one-click’ aveva catturato la mia attenzione – racconta Gisaldi – ma mi era sembrato troppo facile per essere vero. Ho però continuato a interessarmene e nel 2016 l’ho voluta in Pregis”.
All’inizio la società ha attivato due cluster stretched da tre nodi ciascuno sui due siti del campus, garantendo così la business continuity. In un secondo momento è stato aggiunto un terzo cluster per attivare il sito di disaster recovery, posizionato in un’area geografica diversa a circa 130 chilometri di distanza. Infine, Pregis ha deciso di aggiungere un nuovo host a ogni cluster.
I VANTAGGI
Quando si va alla ricerca della soluzione di specifiche problematiche, a volte si scoprono vantaggi inattesi o che erano stati messi in secondo piano, ma che poi si rivelano capaci di imprimere una svolta al lavoro dei team IT. E così nell’implementazione Nutanix adottata da Pregis è emerso prepotentemente un aspetto particolare: quello della semplicità di gestione.
“La facilità che abbiamo riscontrato ci permette di essere rapidi sia nel controllo che nelle modifiche dell’infrastruttura – sostiene Gisaldi -. Oggi bastano un paio di minuti per analizzarne il buon funzionamento e verificare lo stato dei processi di data-protection e le performance dei nostri workload. E sul fronte degli update, che per motivi di sicurezza sono sempre più frequenti, posso dire di aver azzerato gli interventi tecnici notturni e festivi, di aver semplificato drasticamente un eventuale ripristino del dato e di non avere utenti scontenti delle performance dei nostri sistemi.”
La partnership di lunga data con Nutanix ha anche consentito a Pregis di apprezzarne lo sviluppo nel tempo. “In questi anni abbiamo visto crescere costantemente il portafoglio applicativo – conferma Gisaldi -. Quello che mi ha sorpreso è stata la reattività di Nutanix nel rilasciare applicazioni e offrire quindi nuovi strumenti per la gestione l’infrastruttura, oltre che vedere crescere sempre di più il numero dei partner tecnologici compatibili con queste soluzioni”.
IL FUTURO
Visti i risultati ottenuti, continuare sulla strada della collaborazione appare scontato. Pregis, che sta ancora utilizzando VMware come virtualizzatore, ha già pianificato il passaggio ad AHV entro l’anno. “Oltre a questo, stiamo attivando sempre più servizi SaaS su cloud privati e su public-cloud, che vorremmo orchestrare in modo più semplificato e lineare possibile – conclude Gisaldi -. E poi, una volta implementato AHV, potremo valutare l’utilizzo di Flow per la micro-segmentazione, rafforzando così la sicurezza delle VM all’interno del cluster”.