Rifiutata da Grubhub, che ha scelto Just Eat – Takeaway.com per le nozze, Uber Technologies ha prontamente reagito facendo sua un’altra protagonista del food delivery americano, Postmates. La più piccola delle quattro big Usa, ma l’unica che in questo momento era papabile per un’operazione di aggregazione in tempi rapidi in un mercato – il delivery – che si è letteralmente risvegliato con l’epidemia di Covid.
Solo a fine 2019 le prospettive erano ben più tiepide, tanto da far dire a Grubhub che la festa era finita per il food delivery, atteso da crescite non più roboanti, almeno negli Usa. Brand e app di Postmates non spariranno una volta concluso il deal, e la loro gestione resterà separata pur nell’ambito di alcune ottimizzazioni con Eats, ha specificato Uber.
UN’ACQUISIZIONE DA 2,65 MLD DI DOLLARI
Così come nel caso di Takeaway – Grubhub, anche in questo si tratta di uno scambio azionario: Uber – che controlla Uber Eats – emetterà 84 milioni di nuovi titoli da consegnare agli azionisti di Postmates, valorizzando la “preda” 2,65 miliardi di dollari (2,4 miliardi di euro circa). Questa valutazione sarebbe a premio del 10% rispetto all’ultimo valore attribuito a Postmates, pari a 2,4 miliardi di dollari.
Uber diventerà così il secondo player sul mercato americano col 30% di quote secondo le rilevazioni di Second Measure, dietro solo a Doordash, la maggiore delle grandi società per valorizzazione e accreditata del 45% che per il momento resta fuori dal giro di aggregazioni. Doordash a metà giugno ha raccolto altri 400 milioni di dollari di capitale, portando la sua valutazione ad un livello compreso tra i 15 e i 16 miliardi di dollari. Un’operazione che si è resa necessaria dopo lo stop alla sua quotazione imposto dall’emergenza Covid.
Il deal Takeaway – Grubhub non cambierà invece nulla perquest’ultima, che resta al terzo posto (e quindi ora ultimo) col 23% di quote in quanto sia Just Eat sia Takeaway.com non erano presenti sul mercato a stelle e strisce, ma solo nel vicino Canada.
POSTMATES PORTA A CASA ANCHE IL GROCERY
Cosa compra Uber? Presente in tutti e 50 gli stati americani, Postmates dichiara di essere partner di 600 mila tra ristoranti e punti di vendita della Grande distribuzione. I suoi fattorini non consegnano, infatti, solo pasti pronti ma anche la spesa, sia alimentare che non food. Ha una posizione di forza nell’area di Los Angeles, che unita a quella di Uber potrebbe portare le due aziende ad avere insieme il 50% del mercato. Una situazione analoga si verificherebbe a Miami, dove la loro quota di mercato cumulata sarebbe addirittura del 78 per cento. Anche a Phoenix, in Arizona, si creerebbe un blocco di mercato. La parola ora passa all’Antitrust che dovrà prendere una decisione sull’integrazione tra le due app cercando di evitare di consolidare situazioni di restrizione della concorrenza su questi mercati locali, tenendo presente che nelle altre aree del paese non ci sono grandi sovrapposizioni.
Postmates trova la sua forza nel servizio alle piccole e medie realtà della ristorazione, mentre Uber è tradizionalmente legata a quelle grosse. La prima è anche pioniera nella diversificazioni delle consegne, trasportando anche non food e grocery sulla falsariga di quanto fa Glovo in Europa. Proprio a proposito di grocery, la stessa Uber ha annunciato che inizierà un servizio di consegne dai supermercati in alcuni Paesi del Sud America e in Canada, mentre in un secondo tempo approccerà anche gli Stati Uniti per questo servizio.