“Senza dati sei solo un’altra persona con un’opinione.” W. Edwards Deming.
Che le ghost kitchen siano un mercato in fortissima espansione, anche noi di Foodservice lo diciamo da tempo, come testimoniato anche dagli articolo scritti sul Round A appena chiuso da Karma Kitchen, il Round H da 400 milioni $ di Doordash, in attesa della IPO (propedeutico all’apertura di nuove dark kitchen in stile Silicon Valley), l’apertura della prima dark kitchen di Jollibee, il lancio della prima Cook Room Italiana di Glovo e di quella di Luca Guelfi, senza considerare che un format come Domino’s le utilizza probabilmente già da prima che venisse coniato il termine. E a supporto di tutto ciò ora ci sono i numeri. Di una fonte molto autorevole
DARK KITCHEN DA UN TRILIONE DI DOLLARI
L’istituto di ricerca Euromonitor International, per bocca del Global Food and Beverage Lead Michael Schaefer, ha affermato infatti che il mercato delle ghost kitchen è destinato a crescere esponenzialmente, per raggiungere un trilione di dollari di valore globale entro il 2030, quanto il PIL dell’Indonesia, giusto per fare un paragone.
Euromonitor stima che il mercato delle ghost kitchen assorbirà il 50% del servizio drive-thru (75 miliardi), il 50% del servizio da asporto (250 miliardi), il 35% del mercato dei pasti pronti (40 miliardi), il 30% dei meal kits (100 miliardi), il 25% della ristorazione tradizionale (450 miliardi) e il 15% degli snack confezionati (125 miliardi).
CRESCITA CAUSA COVID
Tra i maggiori fattori che determineranno tale crescita, per assurdo vi è proprio il Covid. Non è una novità infatti che il lockdown ha letteralmente visto l’esplosione del food delivery e la consapevolezza da parte tanto dei ristoratori quanto delle piattaforme che il servizio possa essere ulteriormente migliorato e valorizzato con l’utilizzo delle dark kitchen.
Euromonitor stima infatti che ora che i consumatori hanno scoperto la comodità del delivery, non torneranno più indietro.
E c’è da credergli.