“Agristeria è un neologismo di mia invenzione, nato dalla fusione di Agri (campi in latino) con il suffisso -eria, che indica un’attività, come pizzeria, birreria e simili”. Il fondatore di Agristeria, Alessandro di Fonzo, fuga immediatamente ogni dubbio circa il nome scelto per la sua attività.
LA CAMPAGNA È SERVITA
Ed il nome rende perfettamente l’idea di quello che è a tutti gli effetti un approccio completamente nuovo alla ristorazione. Non più quindi il tanto in voga “direttamente dal campo alla tavola” come discusso per le startup Soplaya e Deliveristo ma piuttosto “il campo servito in tavola”, per restare in tema di neologismi e nuove locuzioni.
Agristeria è infatti un concept di ristorazione che si pone esattamente tra contadino e consumatore, permettendo ai primi di essere pagati al giusto prezzo e ai secondi di godere appieno dei frutti della terra.
Il modello di business è semplice: ogni agristeria viene rifornita di conserve e carne da un centro cottura/logistico, mentre frutta e verdura vengono forniti da aziende agricole locali. Il primo locale è già attivo in provincia di Pisa e “il denaro raccolto ci servirà anche a gettare le basi per due prossime aperture” afferma Alessandro.
UN NUOVO CONCEPT PER NUOVE ESIGENZE
Agristeria si colloca alla perfezione nel “paradigma del consumatore moderno” come ci spiega Alessandro: “Agristeria nasce per soddisfare la crescente richiesta di cibo sano, direttamente dai campi (a cui fa da contraltare il sempre minor tempo a disposizione, ndr) esattamente come si faceva con i prodotti dell’orto dei nostri nonni”.
Molto interessante l’evoluzione che ha subito il progetto. “Siamo nati inizialmente come azienda agricola, che coltivava orti ‘su richiesta’ per gli abitanti della città. Da li siamo passati ad una piccola rivendita di prodotti agricoli con cucina e, vista la buona redditività, abbiamo deciso di lanciare Agristeria riuscendo a chiudere una campagna di crowdfunding da 500mila euro”.
Soldi che serviranno ovviamente a consolidare l’attività e programma due nuove aperture.
“La nostra intenzione è quella di rendere Agristeria un format dove è possibile sia acquistare che consumare in loco prodotti agricoli, con frigoriferi self-service e il cliente che apparecchia e sparecchia, sul modello del format Pret a Manger”.
Ecco Agristeria, coltivato, colto e mangiato.
Antonio Iannone