Una flessione del fatturato delle imprese del 64%, pari a 13 miliardi di euro. Sono i dati Istat relativi al comparto dei pubblici esercizi nel secondo trimestre 2020, che delineano una situazione drammatica per il fuori casa, senza ripresa. «Il valore cumulato del primo semestre 2020 fa segnare una flessione di 17 miliardi di euro – ha commentato l’Ufficio Studi Fipe –. La mancanza di un rimbalzo importante in questo avvio della seconda parte dell’anno indica che il 2020 si chiuderà con una contrazione dell’attività al di sopra dei 22 miliardi di euro».
La situazione è quindi drammatica, anche se ad agosto il turismo italiano ha fatto capolino nelle località turistiche di mare e montagna, come ha dichiarato all’Ansa Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe-Confcommercio: «Sicuramente la parte centrale di agosto ha rappresentato una boccata d’ossigeno per bar e ristoranti situati nei luoghi di villeggiatura al mare e in montagna, mentre nelle città d’arte, dove è stato assente il turismo straniero, la situazione è drammatica».
Calugi ha affermato che «dalle nostre rilevazioni relative al periodo gennaio-agosto emerge una media del 40% di perdita di fatturato del settore, con situazioni a macchia di leopardo. Basti pensare che il 30% degli associati Fipe ha perso anche l’80% di fatturato. E in città come Milano, Firenze, Venezia e Roma molti ristoranti e bar non hanno nemmeno riaperto».