Ci si trova nel cuore del quartiere Esquilino di Roma, in Piazza Dante. Zona multietnica, in fase di rilancio urbanistico e dove, da sabato 19 settembre, sorge un nuovo locale che difficilmente passerà inosservato ai passanti, considerando la dimensione (250 mq). Si chiama Casadante ed è un progetto formato da Alessandro Campanozzi, meglio noto come Alino, già conosciuto per essere stato circa 25 anni il deus ex machina di Le Cornacchie, capostipite dei primi cocktail bar romani.
Archiviata quella esperienza, a cui ha fatto seguito quella del ristorante Pastificio San Lorenzo tutt’ora operativo, ora per Alino se ne aggiunge quindi un’altra. Casadante nasce da una dimora appartenuta in precedenza a un privato che la usava per organizzare serate filosofiche ‘a candela’. Location che Campanozzi ha deciso di rilevare, insieme ai due soci che hanno accettato di accompagnarlo in questa nuova avventura, vale a dire Alessia Bulgari e Fabio Cosentini.
Il locale è polifunzionale, si suddivide in quattro stanze diverse, ognuna con una sua marcata e specifica identità. Seguendo il percorso che parte dall’ingresso, i primi tre ambienti sono rispettivamente dedicati alla miscelazione e mescita vino, per poi proseguire verso la duplice area ristoro caratterizzata da tavolini e social table che si alternano in ordine sparso, impreziosita negli arredi dalla presenza di comodi divani Chesterfield, librerie che a tratti occupano lungo le pareti, in alternanza a quadri e opere artistiche (c’è anche una fotografia originale di Marina Abramović). Sempre i muri, là dove lasciati spogli, esprimono con orgoglio e stile un loro vissuto storico. L’ultimo spazio comunicante di Casadante i tre proprietari hanno voluto donarlo alla onlus Pianoterra, che si occupa di organizzare attività a supporto dei bambini e mamme che vivono in situazioni di disagio.
‘’Abbiamo voluto creare un format aperto, confortevole e ospitale, curato nei dettagli, ma al tempo stesso umile e in grado di accogliere senza pregiudizi un pubblico trasversale per regalargli un’esperienza rilassata e lontano da timori e paure che aleggiano tra le persone in questo particolare momento – spiega Albino –. Gli arredi sono in buona parte creati con materiale vintage riutilizzato, come per esempio due antiche porte impiegate per allestire il bancone dell’area drink. La sensazione di relax e piacere così descritta la vogliamo trasmettere per tutto l’arco della giornata, dalla colazione fino a tarda sera e, visto che abbasseremo la claire alle 2 del mattino, l’avventore potrà concedersi un ultimo cocktail della staffa prima di lasciare il locale. Durante il giorno, invece, si può usare il wi-fi gratuitamente e rimanere a lavorare nel locale. Locale che, inoltre, è stato predisposto per ospitare eventi culturali d vario genere’’.
Casadante rimane comunque un concept ristorativo. L’angolo miscelazione è stato affidato alla barlady Valentina Quaresima, che proporrà una drink list che spazia tra grandi classici della mixability ad alcune sue personali signature. In cucina, invece, gestisce le operazioni lo chef Piero Tadrousse, allievo dello chef romano Marco Gallotta dal quale ha appreso l’arte della cucina sana e basata su ingredienti prevalentemente locali. ‘’Le sue proposte sono inerenti a un concetto culinario basato su semplicità e gusto – aggiunge Alino –. Non intende proporre ai clienti dei pianti troppo complicati, spigolosi dal punto di vista organolettico o caratterizzati da un eccesso di creatività spesso fine a se stesso. Il nostro chef preferisce rimanere ancorato al sapore semplice, saporito e genuino. Il menu è vario, cambierà di colta in volta, e abbraccerà diverse soluzioni, dalle tartare ai crudi di pesce, dai fritti variegati alle insalate fresche e stagionali, così come tra i fiori all’occhiello spicca la pinsa, la pizza di noi romani e tornata in auge un po’ in tutta Italia’’.