Dopo il fallimento, la vendita dei locali. Un assioma scontato del food retail che trova ulteriori conferme con quanto sta avvenendo a NPC International con la vendita di 163 locali di Pizza Hut.
RISTORANTI IN VENDITA
L’istanza di fallimento presentata dal più grande affiliato del celebre format di “pizzerie” (che, per inciso, non ha decretato la fine di Pizza Hut) inizia a produrre infatti le prime, disastrose, conseguenze.
Dopo aver chiuso 300 ristoranti nel mese di agosto, pochi giorni fa, assistito dalla compagnia A&G Real Estate Partners, NPC International ha messo infatti in vendita 163 locations in 26 stati.
Le dimensioni vanno dai 1800 mq per i ristoranti “full service” ai 300 mq delle dark kitchen per delivery e asporto (a proposito, non perdetevi la cover story su Food Service di ottobre).
Destino opposto invece per Wendy’s, l’altro celebre marchio gestito da NPC, per il quale non sono previste chiusure.
OCCASIONI PER STARTUP E FORMAT
“Con affitti assolutamente attrattivi e oltre l’80% del canone offerto a condizioni vantaggiose, tali location offrono un’incredibile opportunità a startup e catene dell’horeca che volessere espandersi in aree urbane, suburbane e extraurbane negli Stati Uniti”, ha affermato Joseph McKesha, A&G Senior Marketing Director, in un comunicato.
A&G sta inoltre lavorando a stretto contatto con NPC anche per ottimizzare il portafoglio immobiliare di oltre 1’000 ristoranti Pizza Hut e Wendy’s che rimarranno operativi.
TECNOLOGIA? NO GRAZIE
Gli incrementi nel costo del lavoro e delle materie prime in seguito alla pandemia hanno senz’altro dato il colpo di grazia ad un’azienda già fortemente indebitata.
Ma sul futuro di Pizza Hut, e in questo caso parliamo davvero del brand a livello globale, pesa senz’altro la scarsa innovazione tecnologica del format.
In questo caso, il confronto con il maggior competitor, Domino’s, è alquanto impietoso. Cloud kitchen quando probabilmente il nome non era ancora stato coniato, un vero e proprio centro d’innovazione, l’essere sempre un passo avanti in campo digitale, anche in Italia, e anche, perché no, il diniego alle piattaforme di delivery, stanno decretando il successo di Domino’s sul rivale di sempre.