Investire ai tempi del Covid? C’è chi lo fa. È il caso di Ab InBev, maggiore produttore di birra a livello mondiale, che ha da alcuni giorni ha inaugurato la nuova sede italiana scegliendo Milano e Piazza Gae Aulenti (ingresso da Via Fratelli Castiglioni), tra le zone urbane a più alto contenuto innovativo architettonico del capoluogo lombardo.
La multinazionale apre quindi i nuovi uffici a 240 dipendenti provenienti, come reso noto dai vertici della filiale italiana, da 13 paesi diversi e con un’età media molto giovane di 33 anni. Da sottolineare, che, oltre a essere la sede italiana, lo stabilimento lo è anche della divisione che segue le operazioni dl gruppo in Europa Centrale.
Il progetto di interior design dell’intero complesso lavorativo è stato realizzato dallo studio di architettura Coima Image che ha focalizzato una Forte l’attenzione all’aspetto della sostenibilità. Rispetto dell’ambiente e risparmio energetico garantiti dunque dalla certificazione Leed Gold che permette di gestire in modo sostenibile i sistemi funzionali relativi a climatizzazione, riduzione dello spreco di acqua, illuminazione e riscaldamento.
In questo attuale momento, alla luce dell’aumento dei contagi da coronavirus, l’accesso degli uffici è consentito soltanto al 30% dei dipendenti che si alterneranno. Per tutti gli altri è prevista la modalità di lavoro in smart working. In ogni caso la multinazionale non si perde d’animo e con il progetto della nuova sede lancia un forte messaggio di fiducia, ribadendo la volontà di incrementare il suo ruolo sul mercato italiano dove è presente con alcuni dei suoi maggiori brand, tra i quali si possono citare Stella Artois, Bud, Beck’s, Corona e Leffe. Marchi di punta attraverso i quali Ab InBev è cresciuta, nell’ultimo triennio, a un tasso medio annuale superiore a cinque punti e mezzo percentuali.
Un mercato, quello brassicolo, che, quest’anno, chiuderà la stagione con performance sicuramente inferiori rispetto a quelle delle ultime stagioni, come confermato dalle principali aziende del settore che attribuiscono la flessione alle conseguenze negative del lockdown applicato al canale Horeca e che ha indebolito i ricavi. Detto questo, la birra in Italia è uno dei maggiori trend di consumo e nel momento in cui la situazione tornerà alla normalità, è auspicabile e lecito attendersi una ripresa dei consumi. ‘’Abbiamo una grande ambizione italiana e internazionale per gli anni a venire e questi uffici saranno la casa di questo grande sogno: diventare i numeri uno nella creazione di valore per i nostri consumatori e clienti attraverso il nostro portafoglio di birre premium – ha dichiarato con ottimismo Benoit Bronckart, presidente della business unit Europa Centrale di Ab InBev –. È importante continuare a investire in Italia e in Europa, dando anche un segnale forte in un periodo complesso per questo Paese e per il mondo intero. La birra fa parte della nostra cultura e crediamo che possa svolgere un ruolo importante e positivo nella condivisione e socialità, anche in un momento in cui è necessario essere prudenti e tenersi a distanza per proteggerci reciprocamente’’.