In piazza per protestare contro le misure anti-Covid annunciate dal Governo il 25 ottobre. In 10 città italiane nella mattina del 28 ottobre i gestori di ristoranti, bar, pub, più in generale locali pubblici – ma anche gli imprenditori e il personale operante nel settore del catering e del banqueting – hanno dato vita a una protesta pacifica aderendo all’iniziativa di Fipe – Confcommercio. L’iniziativa, con l’hashtag #siamoaterra, è stata promossa per lanciare la richiesta alle istituzioni di «un aiuto per non morire», un intervento che salvaguardi concretamente «un tessuto di 340 mila imprese».
FIPE A MILANO: «IL SETTORE PERDE 27 MILIARDI»
A Milano circa trecento proprietari e operatori del mondo della ristorazione si sono seduti a terra, attorno a sedici tovaglie bianche apparecchiate sul granito del sagrato del Duomo, con piatti di carta e posate di plastica. Il presidente di Fipe Lino Stoppani ha dichiarato: «Sappiamo lo sforzo che ha fatto il Governo per trovare risorse, ma serve un rinforzo degli incentivi deliberati con il decreto ristori. Siamo a terra, dal punto di vista economico e morale, un settore che aveva 97 miliardi di fatturato nel 2019 ne perde 27 quest’anno. Lo paghiamo noi ma anche le città a cui i nostri esercizi danno decoro, lavoro, luce e vivibilità».
A ROMA ANCHE SALVINI (CONTESTATO)
Nel flash-mob a Roma i manifestanti hanno “apparecchiato” il Pantheon, nel rione Pigna nel centro storico, con tovaglie e stoviglie appoggiate a terra. Tra i partecipanti, distanziati per rispetto delle regole, cartelli e slogan con parole di forte preoccupazione per il futuro del settore.
Al corteo è apparso anche il leader della Lega Matteo Salvini al quale però sono stati indirizzati cori di contestazione, e i senatori del Carroccio Gian Marco Centinaio e William De Vecchis, a loro volta presenti in piazza, hanno avuto un confronto coi ristoratori.
NAPOLI UN MEGA SCONTRINO DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE
A Napoli un mega-scontrino con le cifre della crisi del settore e il messaggio finale “Scusate ho fallito” è stato esposto davanti alla sede della Regione Campania da ristoratori e cuochi. Anche qui hanno provocatoriamente apparecchiato a terra, con posate piatti e bicchieri.
CEDRONI IN PIAZZA AD ANCONA: «IL PROBLEMA NON SIAMO NOI»
Al Passetto di Ancona c’erano circa 50 ristoratori con cartelli alla mano venuti da tutta la Regione. La scalinata del monumento è stata trasformata, anche qui, nella tavola di un ristorante. Presente anche Moreno Cedroni, chef stellato e presidente della Fipe delle Marche centrali: «Non siamo noi a portare la positività del Covid», ha commentato Cedroni, «la chiusura delle 18 ci danneggia, non fare il turno serale significa rinunciare al 70% del fatturato di un locale. I ristori che ci hanno proposto non compensano le perdite e soprattutto noi non vogliamo sovvenzioni. Vogliamo lavorare».
A TRENTO: «DAL GOVERNO RISORSE INSUFFICIENTI»
Decine di esercenti, muniti delle immancabili stoviglie e cartelli di protesta, anche in Piazza Duomo a Trento. In segno di solidarietà ai lavoratori sono poi arrivati in piazza anche il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti e l’assessore al commercio Roberto Failoni. «Vogliamo richiamare una forte attenzione su ristoratori, locali da ballo, pubblici esercizi che sono state tra le attività più colpite», ha detto il presidente dell’Associazione ristoratori del Trentino, Marco Fontanari. «Chiediamo che ci sia attenzione nei ristori: sul decreto del governo il giudizio è che sono state messe importanti risorse ma non sufficienti viste le perdite subite, l’importante sarà poi la velocità nell’erogarle».
BERGAMO, PROTESTA PACIFICA SUL SENTIERONE
Una protesta pacifica è andata in scena anche sul Sentierone, uno dei più famosi viali di Bergamo. Il sit-in ha coinvolto decine di rappresentanti della categoria e coinvolto presenze politiche, dal Pd alla Lega, e delle istituzioni. «Sono qui anche come imprenditrice per rappresentare la mia vicinanza ad un settore duramente colpito e che vede gettare in fumo tutti gli sforzi economici per riaprire in sicurezza», ha detto l’assessore regionale Lara Magoni.
BOLOGNA: LE NOTE DEL SILENZIO IN PIAZZA MAGGIORE
A Bologna a mezzogiorno sono risuonate le note del Silenzio in Piazza Maggiore. «Il silenzio che scende su bar, ristoranti e pub alle 18, quando, come prescrive il Dpcm del 25 ottobre, gli ultimi clienti escono, le serrande si abbassano e resta aperto solo chi fa asporto», hanno spiegato i ristoratori.
TOVAGLIE E PROTESTE ANCHE A TORINO E CATANZARO
Tappezzata di tovaglie anche Piazza Carignano a Torino e Piazza della Prefettura di Catanzaro: ristoratori, gestori di bar e pasticcerie, il cui silenzio è stato interrotto solo dall’inno nazionale, hanno tenuto a ribadire che i «i locali della ristorazione sono sicuri, perché i titolari registrano i clienti, prendono le temperature, sanificano gli spazi, non fanno più eventi all’interno, ma devono continuare a lavorare».
A FIRENZE INTERVENUTI ANCHE GIANI E NARDELLA
«Siamo col sedere per terra, per questo ci siamo seduti qui» è lo stesso mantra ripetuto anche a Firenze dagli esponenti del fuoricasa raccoltisi in Piazza del Duomo. Qui è intervento anche il presidente della Regione Eugenio Giani insieme al sindaco Dario Nardella. «Servono giorni, almeno una decina, per capire se la curva del contagio calerà. Se sarà così verificheremo la possibilità di allungare gli orari delle aperture».