La Francia si sveglierà domani in lockdown. Uno scenario quasi apocalittico con le serrande abbassate sull’Horeca dopo le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che non lasciano spazio a dubbi: a partire dalla mezzanotte di giovedì 29 ottobre e fino all’1 dicembre prossimo ristoranti, bistrò, bar e brasserie, dovranno rimanere chiusi perché fatti rientrare, dal Governo di Parigi, in quelle attività commerciali ritenute ‘non essenziali’. Un provvedimento forte, e per certi versi estremo, che il capo dell’Eliseo considera necessario per arginare il progressivo aumento di casi positivi al Covid nel paese che, il 28 ottobre, ha dovuto fare i conti con più di 36 mila nuovi malati e 244 decessi.
Un lungo e interminabile mese di stop attende dunque gli esercenti della ristorazione in Francia. Una chiusura forzata che inevitabilmente causerà ingenti danni ai punti di consumo del fuori casa, ai quali viene pur sempre consentito il servizio di delivery senza nessun tipo di limitazione. Ovvio ritenere che la consegna a domicilio non può essere la soluzione unica per pareggiare il deficit sul conto economico. Per questa ragione, le principali associazioni e sindacati di categoria che rappresentano gli attori dell’Horeca transalpino (Gnc, Gni, Umih e Snrtc), hanno emesso un comunicato congiunto richiamando l’esecutivo sull’urgenza vitale di applicare senza indugiare alcuni interventi economici per allontanare lo spettro di un fallimento ad ampio raggio delle imprese del settore. Settore che, in questi mesi, ha già accusato la perdita di oltre 150 mila posti di lavoro.
Le rappresentanze chiedono dunque che sia disposto un accesso immediato al Fondo di Solidarietà istituito per ogni tipo di impresa ristorativa, indipendentemente dal suo stato giuridico e giro di affari. II Fondo è stato emanato lo scorso marzo dal Ministero dell’Economia a favore di quelle aziende che dichiaravano una flessione del 50% del fatturato registrata nel periodo tra marzo 2019 e lo stesso mese di quest’anno. Il contributo, che è a fondo perduto, dovrebbe avere, a partire da ora, un valore minimo di 10.000 euro per coprire i costi fissi di gestione di un’attività. Sempre attraverso il Fondo di Solidarietà, le associazioni chiedono, in aggiunta, il riconoscimento di un credito di imposta sulle locazioni. Si tratterebbe di un incentivo fiscale che possa convincere il locatario a non reclamare l’affitto, in parte o tutto. Nel testo inviato al Governo, è ribadita anche la necessità di introdurre esenzioni sui contributi sociali a carico dei datori di lavoro previsti per il 2020.
E non solo. Il comunicato tocca anche l’importante questione degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione è attualmente riconosciuta fino al prossimo 31 dicembre. Le associazioni invocano dunque un prolungamento di tale copertura retributiva fino a quando, in Francia, le restrizioni sanitarie perdureranno. Infine, l’appello chiede al Governo di farsi carico di quelle spese assicurative che gravano su molte imprese del settore Horeca, con particolare attenzione alle strutture alberghiere e ristoranti profondamente penalizzati dall’assenza di flussi turistici.