Essere sostenibili, senza che in molti lo sappiano. Il vending esce allo scoperto e valorizza questo suo comportamento virtuoso lanciando una campagna di comunicazione integrata e centrata sul suo impegno a favore della tutela ambientale. E lo fa proprio a ridosso della decisione del Governo italiano di non includere tale settore nel decreto Ristoro. Una scelta che ha sollevato un enorme malumore tra gli addetti alla distribuzione automatica e che spinge a pensare che l’esecutivo ignori la situazione drammatica che stanno vivendo i diversi attori della filiera. L’ultimo provvedimento governativo, con lo smart working applicato al 50% dei lavoratori della pubblica amministrazione (sollecitando le aziende private a scegliere la stessa modalità) e con la didattica a distanza prevista per il 75% degli studenti, metterà ancora più a rischio l’attività della distribuzione automatica che, come sostiene Confida, accuserà un contraccolpo economico, stimando un’ulteriore perdita del 50% dei ricavi. In grave pericolo, dunque, un comparto che, nel 2019, ha fatturato quasi 4 miliardi di euro.
Il vending però non getta la spugna, anche se molte sue imprese sono a un passo dal fallimento. Chiede rispetto e aiuto, come lui stesso osserva nei confronti dell’ambiente, come ribadito appunto in questa nuova campagna adv ‘Vivi la pausa sostenibile’ promossa da Confida e veicolata su carta stampata, web e social per tutto il mese di novembre. Il messaggio trasmesso si concentra sulle attività ‘green’ sviluppate da parte degli attori del vending. Una serie di azioni concrete che spesso non ottengono la giusta visibilità agli occhi dell’opinione pubblica. Eppure le cause portate avanti a favore dell’ambiente sono molteplici: dalla diffusione di macchine automatiche ‘energy saving’ all’utilizzo di furgoncini elettrici per i trasporti della merce, dall’adozione di packaging riciclabili fino all’importante progetto Rivending, promosso congiuntamente da Confida, Unionplast e Corepla, che verte sulla raccolta e riciclo di palette e bicchierini del caffè e bottiglie di plastica. Tutto ciò si aggiunge al progetto lanciato nel 2014 dalla stessa associazione con la creazione del sito www.vendingsostenibile, accendendo al quale ogni utente può prendere visione e analizzare oltre una cinquantina di case history promosse da aziende nell’ambito della sostenibilità. ‘’Però questi comportamenti virtuosi delle nostre imprese sono poco noti e quindi abbiamo deciso di farli conoscere ai nostri interlocutori siano essi clienti, consumatori, operatori dei media o rappresentanti delle istituzioni. E questa campagna serve proprio a questo: a dare visibilità a queste buone prassi in materia di sostenibilità’’, ha dichiarato al nostro sito Massimo Trapletti, presidente di Confida –. Il vending ha sempre fatto la sua parte in relazione alla responsabilità sociale: siamo da anni impegnati nella sostenibilità e, inoltre, siamo stati il primo settore che ha introdotto i corrispettivi telematici inviando, già dal 2017, tutti i dati delle vendite all’Agenzia delle Entrate’’. Oggi si chiede quindi che questo modo di operare ottenga un meritato sostegno, in una fase che definire delicata è il minimo. ‘’Abbiamo fatto un appello al Governo perché ci includa negli aiuti ai settori colpiti dal contenuto dei Dpcm – ha reso noto Trapletti –. Chiediamo semplicemente di prestare attenzione anche al nostro settore che sta vivendo un grave calo dei consumi che affligge oltre 3mila imprese e che, occorre ricordarlo, danno lavoro a più di 30 mila persone, a cui va sommato un indotto di altri 12 mila lavoratori’’.