Per il momento è solo una voce. Un rumor di corridoio, che però pare fondato e autorevole. E se confermato preluderebbe a uno scenario ancora più drammatico per il settore. Stando, infatti, a una fonte interna al Governo francese e raccolta dal settimanale Le Point, l’esecutivo di Parigi starebbe per annunciare il proseguimento della chiusura degli esercizi pubblici della ristorazione per tutto il mese di dicembre. Misura che terrebbe le saracinesche abbassate per tutto il periodo natalizio e Capodanno. E anche oltre. Attualmente la chiusura è imposta per tutto novembre, ma la situazione, come è possibile leggere sul sito della testata transalpina, potrebbe essere anche peggiore con la scelta da parte dell’esecutivo presieduto da Emmanuel Macron di decretare il lockdown della ristorazione fino a metà gennaio, se non addirittura di procedere in questa direzione fino alla data del 1 febbraio. L’eventuale nuovo divieto di aprire riguarderebbe tutte le tipologie e format ristorativi presenti sul territorio, comprendendo quindi ristoranti tradizionali, ma anche bar, bistrot, brasserie e caffetterie. Per scongiurare tale ipotesi, l’unica soluzione, come appunto sottolineato dalla stessa fonte, è che si registri un drastico calo dei contagi da coronavirus. Nella giornata del 15 novembre, in Francia si sono contati oltre 27 mila casi di positività alla malattia. Molti, ma comunque in netta flessione rispetto alla settimana precedente, quando i contagiati erano quasi 89 mila.
In ogni caso, ampliare il timing di chiusura degli esercenti assesterebbe un altro colpo fatale ai conti economici di molti di loro. Questo nonostante le politiche di sostegno e ristoro messo in campo dal Governo, dopo essere stato sollecitato a intervenire in maniera immediata da parte delle associazioni di categoria. Secondo, quindi, uno studio firmato Gira Foodservice, tra le principali società di consulenza francesi specializzata sul mercato della ristorazione, quest’anno l’intero comparto ristorativo dovrebbe accusare una perdita di otre 32 miliardi di euro, riportando un giro di affari inferiore del 52% rispetto al 2019, con un’impresa su due a rischio fallimento. La stessa analisi ha poi evidenziato come, con il secondo lockdown iniziato lo scorso 30 ottobre, ogni ristorante accuserà in media una perdita dei suoi ricavi mensili pari al 92% rispetto a quelli generati nello stesso periodo dell’anno prima. Numeri che fotografano una situazione ai limiti del collasso e che avrà ripercussioni lungo tutta la filiera. Sempre Gira, infatti, ha messo in conto che tra i 100 mila e 130 mila lavoratori impegnati nel settore Horeca rischieranno, nel breve periodo, di perdere il loro impiego.