In Francia i ristoranti dovrebbero rialzare la claire soltanto a partire dal prossimo 20 gennaio. Dovrebbero… usare il condizionale è d’obbligo perché tale riapertura sarà subordinata al numero di nuovi contagi che si conteranno in quel momento in tutto il paese. Contagi che non dovranno quindi essere superiori ai 5 mila casi quotidiani (il 24 novembre erano 9155, ndr). Questo è una delle disposizioni annunciate martedì 24 novembre da Emmanuel Macron nel suo discorso alla Nazione, confermando quindi il rumor che circolava da alcuni giorni.
Questa nuova decisione da parte del presidente francese obbliga quindi i ristoratori a tenere ancora vuoti i propri tavoli anche per tutto il periodo delle feste natalizie. Doccia gelida sugli esercenti che speravano di trovare sotto l’albero il semaforo verde per potere accogliere commensali nei loro locali.
Posticipare la riapertura in Francia provocherà inesorabilmente un ulteriore danno all’Horeca transalpino, già duramente messo alla prova da un secondo lockdown avviato lo scorso 31 ottobre. Le stime sulla ristorazione indicano, prima di quest’ultima decisione da parte del presidente della repubblica, una perdita dell’intero comparto di oltre 32 miliardi di euro. Plausibile pensare ora che il danno economico sarà ben più ingente. Una crisi profonda che andrà allargandosi considerando anche il fatto che il comparto dell’ospitalità non potrà contare sul canale bar il quale, a differenza di quello ristorativo, non ha ricevuto il placet governativo per riaprire il 20 gennaio. Lo stesso vale per le discoteche. Macron, infatti, ha precisato che per queste due tipologie di esercizio pubblico si è deciso di prolungare la chiusura fino a nuovo ordine (secondo indiscrezioni di stampa la riapertura dovrebbe avvenire il 1° febbraio). La ragione di questa scelta da parte dell’Eliseo pare sia collegata al fatto di ritenere sia i bar, sia i locali da ballo, come luoghi ad alto rischio assembramento. In ogni caso, sempre Macron ha confermato lo stanziamento degli aiuti di stato che saranno elargiti alle realtà penalizzate, che potranno scegliere di ricevere o un indennizzo pari al 20% del loro giro di affari 2019 o, in alternativa, un aiuto pari a 10 mila euro.
Le nuove disposizioni stabilite dal capo di Stato in Francia sono state dunque comunicate prima di cena e, nell’arco di poche ore hanno subito provocato una dura reazione da parte delle associazioni di categoria del fuori casa. L’Umih (Union des métiers et des industries de l’hôtellerie) ha già parlato di decisone ‘catastrofica’ per i ristoranti e bar che, giunti alla data del 20 gennaio, avranno accumulato sulle spalle una chiusura durata oltre sei mesi e mezzo, mentre le discoteche risulteranno a quel punto chiuse da 10 mesi. Per scongiurare la scelta di riaprire fra oltre un mese e mezzo, cercando di sensibilizzare la politica e farla tronare indietro sui suoi passi, la stessa associazione ha chiamato a raccolta tutta la filiera per organizzare, in diverse città del paese, delle proteste. Che si spera siano pacifiche.