Mentre gli Stati Uniti registrano un nuovo record di contagi, 231.775 e di decessi, 3.309, dall’inizio della pandemia da Covid-19 e si preparano al peggior Natale di sempre, il magnate di Microsoft e filantropo Bill Gates ai microfoni della CNN punta il dito contro bar e ristoranti, ritenuti il principale veicolo di trasmissione del virus. «Bisogna imporre ai locali pubblici un periodo di chiusura totale per almeno 4 mesi, altrimenti non è pensabile che la situazione migliori».
«IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE»
Una previsione pesante, sulla quale Gates si sbilancia anche in senso peggiorativo: «I mesi di stop da imporre ai locali potrebbero diventare anche sei, otto persino a seconda della evoluzione della pandemia. La mia impressione è che stiamo per entrare nella fase peggiore dell’emergenza e non mi sento di essere ottimista nemmeno sulla implementazione dei vaccini in tempi rapidi e con modalità efficienti. L’enorme numero di morti che abbiamo già registrato, 300mila, rischia di aumentare di 200mila unità in meno di un anno».
IN USA 110MILA INSEGNE CHIUSE PER SEMPRE
Gates, che già nel 2015 aveva preconizzato l’avvento di una possibile pandemia che avrebbe potuto mettere in ginocchio il sistema economico mondiale, è consapevole del grande sacrificio richiesto al settore e riconosce che nemmeno nelle peggiori previsioni avrebbe immaginato dati così pesanti: la National Restaurant Association ha evidenziato che all’inizio di dicembre 2020 il 17% dei ristoranti ha chiuso per sempre a seguito della pandemia, pari a circa 110mila insegne di settore. E tra i proprietari dei locali solo il 48% dichiara di credere in un ritorno certo a numeri e performance del pre pandemia.
PER MR MICROSOFT IL PROBLEMA NON SONO LE SCUOLE
Tuttavia il papà di Microsoft è fermamente convinto che non si possa pensare di imporre le stesse scelte restrittive alle scuole: «L’educazione va preservata a ogni costo, bambini e ragazzi devono poter tornare in classe. Anche perché le evidenze scientifiche sono chiare: non sono le aule il luogo in cui ci si ammala di più, ma i luoghi di socializzazione. E quelli vanno messi in stand by».
DUBBI SUI TEMPI E SULLA DIFFUSIONE DEI VACCINI
Per il ritorno alla normalità per lo meno parziale sarà necessario attendere l’estate prossima, anche se lo stato di emergenza rischia di prolungarsi sino ai primi mesi del 2022: «Sono dubbioso sulla reale capacità di organizzare la distribuzione dei vaccini in modo efficiente e temo soprattutto che, anche se un domani si arrivasse all’eradicazione del virus negli Usa, il rischio di reintroduzione da paesi vicini rimarrebbe molto alto».