Dopo un 2020 di transizione, con i consumi frenati dal lockdown dei locali, il mercato dei cocktail si appresta ad affrontare l’anno in corso con un bagaglio ricco di novità. E molteplici tendenze annunciate come dirompenti, nonostante una pandemia ancora in corso. Staremo a vedere se le ottime aspettative verranno confermate dai fatti. Ma intanto c’è chi azzarda un numero, come la società di ricerca Global Alliance Market Research, in base al quale i consumi di bevande miscelate cresceranno, da qui al 2026, del 58%. Forse sarà così, anche se nei prossimi cinque anni potranno succedere tante cose che confermeranno e smentiranno clamorosamente i pronostici. In ogni caso, tale incremento sarà galvanizzato, ha sottolineato lo studio, da un susseguirsi di drink tropicali, cromatici e light che andranno per la maggiore tra gli avventori.
GRANDE SPAZIO A INGREDENTI NATURALI E BIOLOGICI
Vaccino permettendo, in questo 2021 si auspica un veloce ritorno al bancone di bar e locali con area mixology. E qui affioreranno i trend. I vari studi di settore si attendono ottimi riscontri sul fronte della sostenibilità declinata sui cocktail, vale a dire centrata sull’utilizzo di ingredienti naturali e biologici, ma anche un ritrovato interesse da parte dei drink lover verso i grandi classici della mixability riletti in chiave moderna.
Il 2021 sarà anche la stagione di nuova linfa e creatività che si esprimerà, da parte dei bartender, attraverso il ricorso a materie prime fino ad ora considerate ‘unconventional’, come per esempio la canapa, ma anche un emergere di proposte che rilanceranno la cucina liquida, vale a dire bevande miscelate realizzate secondo tecniche e ingredienti della cucina (i funghi, a tal proposito, sono indicati come un must per i mixologist). Sempre sommando le analisi delle varie società, è emerso anche un ritorno di fiamma nei confronti dei wine cocktail, che non si limiteranno a essere incarnati dal successo planetario dello spritz, ma scoveranno ricette outsider al celebre aperitivo veneto.
TRA I BARMAN TORNA A SPOPOLARE IL WHISKY
Tra gli spirit che, nel campo della miscelazione, si destreggeranno maggiormente nel 2021, si segnala il whisky che, dopo alcuni stagioni in chiaroscuro, è di nuovo molto gettonato tra i barman. Inoltre, l’intero mercato di questo distillato di cereali, come sostiene Iwrs, nel 2027 sfonderà la soglia degli 86 miliardi di euro di fatturato, anche grazie al suo utilizzo nel bere miscelato. Occhi puntati anche sulla tequila, di nuovo in auge favorita dalla visibilità ottenuta da alcuni nomi noti dello spettacolo e dello sport come George Clooney e Michael Jordan. Lo spirit messicano per antonomasia, derivato dall’agave blu, darà gusto ed energia a svariati cocktail effervescenti.
OCCHIO AI READ-TO-DRINK IN LATTINA
Infine, due nomi da segnarsi in agenda. Il primo è quello dei ready-to-drink alcolici premiscelati in lattina e sui quali ruotano le più rosee previsioni di crescita, come conferma, ad esempio, uno studio condotto dalla società di ricerca americana Grand View Research, secondo il quale questa tipologia di prodotto realizzerà, entro il 2027, ricavi raddoppiati rispetto a oggi e pari a 1,67 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale superiore al 12%. L’altra categoria da memorizzare è, invece, quella degli hard seltzer, bibite a base di acqua frizzante o aromatizzata (spesso tendenzialmente agrumata) e a bassa gradazione alcolica, ideali quindi come ingrediente trasversale per dare vita e cocktail leggeri e di facile bevuta.
Commenta a tale proposito Fabio Camboni, bar-manager del Kasa Incanto Cocktailbar di Gaeta (LT): «Il post pandemia vedrà senza dubbio l’ascesa di drink realizzati con ingredienti freschi, ma soprattutto healthy, con un occhio di riguardo alla personalizzazione e territorialità. Dovranno essere attraenti, avere dei colori rilassanti o vibranti, che influenzino l’umore e portino le persone in un viaggio virtuale alla scoperta di posti esotici».