Dalle parole ai fatti. Dopo l’annuncio di novembre e la contemporanea uscita da Assodelivery, Just Eat ha avviato in Lombardia le prime ricerche di personale da assumere con il nuovo contratto di lavoro sul modello Scoober, già sperimentato con successo in altri Paesi. Si partirà da Monza, per poi estendersi in altre città.
PIÙ TUTELE PER I RIDER
La questione del contratto e delle tutele dei rider è argomento alquanto spinoso, largamente discusso sui media di settore e generalisti, a volte con toni alquanto grotteschi.
Così, mentre l’Italia intera si interroga su chi sia, o se esista veramente, il signor Emanuele Zappalà, “Il commercialista che divenne rider”, Just Eat dimostra di voler fare sul serio.
Il contratto di lavoro dipendente previsto dal modello Scoober, infatti, è basato sulle linee guida internazionali di un accordo aziendale e sull’applicazione integrale della normativa e della legislazione italiana. Il contratto prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti: con compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.
RETRIBUZIONE NON INFERIORE ALLE TABELLE PREVISTE
Attualmente è in corso un confronto con le organizzazioni sindacali in merito all’individuazione di una disciplina collettiva che possa, con gli opportuni adattamenti e in aggiunta alle regole legali, regolare questa forma di lavoro. Nell’attesa, Just Eat avvierà il nuovo modello mediante un regolamento aziendale che prevede di utilizzare diversi regimi di orario: contratti di lavoro dipendente full time (40 ore settimanali), part time (variabile in base alla città e ai volumi di ordini previsti) e a chiamata. Quanto alla retribuzione, verrà riconosciuto un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili e attività analoghe, con un compenso orario del valore medio di circa 9 euro, ottenuto applicando su una paga base di 7.50 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne. Sono previste inoltre indennità per l’utilizzo del proprio mezzo, Rca verso terzi e assicurazione sulla vita; indennità integrative per lavoro notturno, festività e lavoro straordinario; ferie, malattia, maternità/paternità; dotazioni di sicurezza gratuite fornite da Just Eat, come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti anti-pioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre agli strumenti per la pulizia dell’attrezzatura come spray e igienizzanti e mascherine; formazione relativa all’azienda, all’utilizzo dell’app Scoober; formazione specifica sui temi della salute e della sicurezza per il trasporto degli alimenti e sicurezza stradale.
SCELTA ETICA E RESPONSABILE
“L’introduzione di un modello di lavoro dipendente per i rider” – spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia – “rappresenta per noi una scelta etica e di responsabilità, in linea con la strategia che il Gruppo porta avanti con successo già in altri Paesi europei. Si tratta di un grande investimento, economico e sulle persone, che ci permetterà di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia, offrendo un’esperienza di food delivery sempre più completa ed efficiente per i consumatori e i nostri ristoranti”.
“Siamo felici di avviare anche in Italia lo sviluppo del modello Scoober“, spiega Davide Bertarini, responsabile del progetto Scoober in Italia. “Dal punto di vista organizzativo è fondamentale per noi utilizzare una struttura coerente con le necessità del business di Just Eat, che rispetti le peculiarità tipiche di questo settore e che sia implementabile in modo efficiente. Per questo inizieremo l’attività dotandoci di un contratto aziendale, rispettoso dei trattamenti economici previsti dai contratti collettivi. La nostra intenzione è comunque quella di continuare ad approfondire il tema con le parti sociali e le organizzazioni sindacali, sempre nell’ottica di offrire tutele e flessibilità”.