Il Canada vuol tagliare le commissioni sul delivery

Le piattaforme applicano percentuali elevate e per molti frenano la ripresa. In Ontario un decreto comunale impedisce ai big del porta a porta di addebitare più del 15% ai ristoratori. Cittadini e associazioni sul piede di guerra. E c’è chi lancia l’idea di un'app statale gratuita
Il Canada vuol tagliare le commissioni sul delivery

Dev’essere il governo a definire accordi con le associazioni dei ristoratori per creare una piattaforma di delivery statale che non preveda commissioni. Una provocazione fine a se stessa o l’unica soluzione per salvare le sorti delle migliaia di ristoranti stroncati dalla pandemia di Covid-19? Il dibattito è più che mai acceso in Canada, dove le amministrazioni comunali hanno in qualche caso già varato delle misure ad hoc per contenere i costi delle piattaforme di consegna e dove il tema è stato rilanciato dal portale The Conversation con la proposta di Mischa Young, docente di Geografia umana all’università di Toronto.

COMMISSIONI E SOPRAVVIVENZA

Young parte dai numeri: il 10% dei ristoranti indipendenti in Canada ha già chiuso definitivamente e, stando alle stime più recenti c’è un altro 40% ,che rischia di non sopravvivere oltre aprile 2021. E sempre meno sostenibile pare il ricorso, forzato, di molte insegne alle piattaforme di delivery più diffuse, da Uber Eats a Door Dash, che possono arrivare a chiedere al ristoratore sino al 30% del valore dell’ordine.

QUESTIONE DI MARGINALITÀ

In cambio di questa rilevante percentuale, scrive The Conversation, i portali offrono la possibilità di aggiungere una dimensione di servizio che non ha pari, specie in un momento come questo, e una notevole semplicità di gestione del processo, di fatto interamente a cura del titolare della piattaforma. Ma attenzione: a detta dei ristoratori stessi, un aumento degli ordini in delivery non si traduce necessariamente in maggiori ricavi. Il periodo impone di lavorare con margini sempre più risicati e i modesti aumenti di richieste di forniture da parte del cliente finale finiscono con il dissiparsi a fronte del pagamento delle commissioni al gestore della piattaforma di distribuzione.

IL DELIVERY TREND ANCHE NEL POST PANDEMIA

Il modello di business attuale, insomma, mostra tutti i suoi limiti e soprattutto appare poco sostenibile nel lungo termine, specie se come pare sempre più consumatori manterranno alcune abitudini acquisite durante la pandemia anche quando questa sarà finita. Come, per esempio, ordinare il cibo online per farselo consegnare a casa: un recente studio della Dalhousie University ha evidenziato che negli ultimi sei mesi il 64% dei canadesi ha ordinato cibo online e il 50% di questi ha dichiarato di voler continuare a farlo anche una volta che la pandemia sarà finita.

LA POLITICA LOCALE SI È GIA MOSSA

Sul territorio canadese sono già diversi i sindaci e governatori locali che hanno adottato regolamenti precisi per provare ad arginare il fenomeno di “strozzinaggio” – così lo hanno definito alcuni dei politici di Ottawa – delle piattaforme di delivery a danno dei business indipendenti. In Ontario, per esempio, un decreto comunale impedisce ai big del porta a porta di addebitare più del 15% ai ristoratori per ogni transazione di cibo, percentuale che può arrivare al massimo al 20% in caso di delivery non alimentare. Un piccolo ristoro, che tuttavia ha più l’aria di una goccia nel mare delle perdite medie per insegna, che si stimano sino all’80%. 

CITTADINI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA IN CAMPO

Cresce, nel frattempo, il numero di cittadini che nei forum online chiede a gran voce che il governo centrale, sotto la guida di Justin Trudeau, impieghi parte degli 1.5 miliardi di dollari del Regional relief and recovery fund per sviluppare una app statale, intorno a cui far gravitare tutte le attività del mondo Horeca, senza spese aggiuntive o commissioni per gli esercenti. Ad aiutare lo sviluppo del progetto ci potrebbero essere anche le associazioni di categoria, che si sono già attivate: l’Ontario Restaurant Hotel and Motel Association, per esempio, sta per lanciare una app tramite cui ordinare cibo nella regione, con una commissione inferiore al 10%. E non ha escluso di estendere il servizio ad altre zone. 

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