È una delle più importanti realtà della distribuzione specializzata nel fuori casa. La Cooperativa italiana catering (Cic), nata nel 1999 dall’idea condivisa di un gruppo di imprenditori, oggi riunisce 34 aziende specializzate nella distribuzione food e non food al canale Horeca, con un fatturato 2019 di 440 milioni di euro. Negli ultimi mesi Cic, come tutta la filiera out of home, ha dovuto affrontare le conseguenze negative della pandemia, con la chiusura e le limitazioni di orario di ristoranti e bar, che hanno causato un forte calo del fatturato dei grossisti foodservice.
La cooperativa si è attivata a sostegno dei propri associati, come sottolinea il presidente Vincenzo Murgia: “Il primo intervento ha riguardato la gestione dei magazzini, con una diminuzione dei quantitativi di merce stoccata e una più rapida rotazione dei prodotti in funzione delle richieste della clientela Horeca. Abbiamo chiesto, quindi, ai nostri fornitori la possibilità di fare ordini ridotti proprio per non avere i magazzini pieni di merce invenduta. In secondo luogo, abbiamo attivato dei canali di credito a favore dei nostri associati e, in terza battuta, abbiamo approcciato il mondo del delivery, anche per rispondere alle richieste dei nostri clienti Horeca. Per questo motivo abbiamo introdotto formati più piccoli, per esempio da 1 kg, particolarmente indicati per le nuove esigenze dei professionisti del fuori casa“.
“Aggiungo, inoltre“, ha proseguito Murgia, “che molti dei nostri soci, vista la chiusura di ristoranti e bar, si sono organizzati per offrire ai clienti privati l’esperienza maturata nel settore dell’alimentazione e delle consegne a domicilio. Infine, vorrei sottolineare che Cic rappresenta anche un importante ambito di discussione e di scambio di opinione ed esperienze tra gli associati, ancor più necessario vista l’emergenza pandemica e le grandi difficoltà del mercato fuori casa“.
AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA
Fiore all’occhiello di Cic è l’ampio e diversificato assortimento: “La nostra offerta risponde alle necessità degli operatori Horeca: carne, formaggi e salumi, pesce, surgelati, secco e non food. Sto parlando di circa 10 mila referenze, di cui 550 a marchio di proprietà. Cic è una centrale d’acquisto, per cui i prodotti che fanno parte del nostro assortimento provengono sia da fornitori italiani, locali e nazionali, che da fornitori esteri, in particolare per quanto riguarda il pesce congelato. E, a proposito di pesce, vogliamo ampliare l’offerta con una serie di referenze di prodotti freschi, che acquisteremo da una società specializzata con sede in Sardegna. Un progetto che va nella direzione del localismo e della qualità e ci permette, oltretutto, di proporre ai nostri clienti sia il pesce fresco che surgelato. Questo è solo il primo progetti di ampliamento, ma nelle nostre intenzioni la diversificazione dell’offerta proseguirà anche in futuro, con ulteriori progetti da sviluppare“.
UN FORTE IMPULSO ALLA DIGITALIZZAZIONE
Oltre all’ampliamento dell’assortimento, Cic si sta concentrando su un aspetto fondamentale: la digitalizzazione. “Questa pandemia ci ha spinto a rivedere la nostra attività dal punto di vista delle procedure gestionali a tutti i livelli“, spiega Murgia. “Per questo motivo il processo di digitalizzazione è molto importante per accelerare e rendere più efficienti le operazioni di sell in e sell out. Questo processo sta avvenendo parallelamente a un cambio generazionale all’interno delle società di distribuzione, dove i figli o i nipoti dei fondatori sono ora al timone delle aziende e grazie anche alle loro conoscenze tecnologiche e informatiche stanno dando un forte impulso a questo cambiamento“.
Un altro ‘pilastro’ della strategia di Cic è la rete vendita. “Abbiamo investito e stiamo investendo sulla specializzazione della rete vendita“, conferma Murgia. “Attualmente abbiamo 460 agenti sparsi sul territorio, a cui stiamo dedicando una serie di attività formative in merito ai prodotti del nostro assortimento, comprese le referenze del non food. Mi riferisco, in particolare, a informazioni dettagliate sulle caratteristiche e modalità di utilizzo dei prodotti, in modo che gli agenti riescano poi a trasmetterle ai nostri clienti Horeca correttamente e in maniera esaustiva“.
Per quanto riguarda il futuro, il presidente di Cic sottolinea la necessità di “rispondere alle nuove esigenze e richieste dei nostri clienti Horeca, con assortimenti mirati, referenze e formati, e servizi da hoc. In seconda battuta, la digitalizzazione, come ho sottolineato prima, è un fattore fondamentale nel rendere più rapida ed efficiente l’attività, in particolare le procedure di acquisizione ordini e la gestione dei magazzini. Nel complesso, sono ottimista perché credo che gli operatori del settore abbiano dimostrato nel corso del tempo di saper affrontare i momenti difficili. Ricordo che negli Anni 70, con lo sviluppo della Gdo, molti addetti ai lavori pensavano che la categoria dei grossisti sarebbe gradualmente sparita. Questo non è avvenuto, per cui sono sicuro che supereremo anche questa fase storica molto difficile“.