Poke, in Italia un mercato che vale 98 milioni di euro

In base a un’analisi di Cross Border Growth Capital, la previsione è quella di raggiungere i 143 milioni nel 2024. Attualmente il volume d'affari globale si aggira sugli 1,74 miliardi di dollari
Poke, in Italia un mercato che vale 98 milioni di euro

Si scrive poke, si legge food trend. Il tipico piatto della cucina hawaiana spopola a livello mondiale e la conferma del successo arriva dai numeri. Tra il 2014 e il 2017 il numero di ristoranti poke è raddoppiato negli Stati Uniti, passando da 370 a 700, per arrivare a 1.811 nel 2018.

In termini di valore di mercato, nel 2020 il settore dei poke bar ha raggiunto un volume d’affari di 1,74 miliardi di dollari e si stima che possa arrivare a 2,9 miliardi nel 2024. A fare il punto sulla poke-mania è stato il report “Il mercato del poke in Italia” realizzato da Cross Border Growth Capital, advisor leader in Italia per aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per startup e Pmi. 

OTTAVO CIBO ORDINATO A DOMICILIO

Anche in Italia il successo del piatto hawaiano è evidente: arrivato nell’ottobre del 2017, quando I love Poke ha aperto il suo primo store a Milano, si è espanso nel 2018 con Ami Poke, first mover a Roma e primo hawaiian bar in Italia. Nel 2020 è stato l’ottavo cibo più ordinato a domicilio, registrando una crescita di oltre il 133% rispetto al 2019. Il mercato delle pokerie in Italia ha registrato nel 2020 un valore di 86 milioni di euro di fatturato, passando a 98 milioni nel 2021 e si prevede possa raggiungere i 143 milioni nel 2024.  

Il successo nel mondo può essere spiegato da diversi fattori”, sottolinea Andrea Casati, vice president di Cross Border Growth Capital.A partire da una maggiore attenzione alla provenienza e al valore nutrizionale degli ingredienti da parte dei consumatori: nel 2020/2021 oltre il 50% dei consumatori a livello globale ha dichiarato di essere più consapevole delle proprie scelte alimentari rispetto al 2010 e questo si è riflesso anche nella scelta di piatti e ingredienti salutari, come il poke, a scapito del junk food”.

UN PRODOTTO PERSONALIZZABILE

Nel 2021 sono più che triplicati nel mondo gli ordini contenenti opzioni salutari (dati Deliveroo), mentre nel 2020 la European Food Agency ha dichiarato che il poke occupa la nona posizione sui top 30 cibi ordinati. A questo si aggiunge il carattere fortemente personalizzabile del pokè e il suo essere un prodotto esteticamente piacevole, “instagrammabile” e quindi ampiamente presente nelle foto degli user sui social media. 

Soprattutto, essendo un piatto pratico, consumabile da freddo, componibile e compatibile con il trasporto, è perfettamente funzionale al delivery, trend in forte aumento negli ultimi anni e, in particolare, durante la pandemia da Covid-19: solo la piattaforma Deliveroo ha registrato un aumento di transazione gestite del 130% anno su anno, raddoppiando il numero di clienti attivi a 7,1 milioni nell’aprile del 2021”, aggiunge Andrea Casati. 

NOVE GRANDI CATENE SUL MERCATO ITALIANO

Per quanto riguarda la distribuzione delle pokerie in Italia, Cross Border Growth Capital segnala la presenza di nove catene principali che dominano il mercato nelle maggiori città (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli). 

La prima in termini di fatturato, secondo l’analisi, è Poke House che di recente – con il sostegno di Eulero Capital, FG2 e Milano Investment Partners – ha chiuso un round da 20 milioni di euro per finanziare la propria espansione in Europa

Pokeria by Nima, I love poke, Matcha Poke sono importanti pokerie che, posizionate nelle principali città, competono su tutto territorio nazionale attraverso un modello di business che prevede sia Dos (Directly operated store, negozi di proprietà) che franchising. Tra le altre importanti catene si trovano Pokescuse, Pokestorie e Waikiki Poke. Inoltre, nelle maggiori città italiane sono stati mappati 120 poke bar indipendenti e Cross Border Growth Capital stima che la restante parte del territorio italiano, in particolare le città di provincia con una densità abitativa rilevante, sia servita da circa altrettanti poke Bar indipendenti, per un totale di 378  ristoranti nel 2021.

LE TENDENZE M&A NEL MERCATO DELLE POKERIE

A dimostrare quanto il mercato delle pokerie sia sempre più in vivace fermento sono anche le molteplici acquisizioni e gli aumenti di capitale verificatisi negli ultimi anni nel settore. Come spiega Cross Border Growth Capital, oltre a Poke House (20 milioni di euro), uno degli ultimi aumenti di capitale più rilevanti è stato quello di I love Poke, per un ammontare di 14 milioni di euro, che si è concluso ad aprile 2021.

Nonostante ciò, l’analisi di Cross Border Growth Capital segnala che la maggior parte dell’attività  del settore riguarda principalmente transazioni Italia-estero o straniere. Nel primo caso, l’acquisizione da parte di Poke House del 100% di Ahi Poke (catena di pokerie londinese) per entrare nel mercato del Regno Unito e dell’omonima Poke House portoghese, con sede a Lisbona, per le stesse opportunità di espansione internazionale. Nel secondo caso, l’acquisizione da parte di Vendis Capital di Pokawa nel settembre 2019, la maggiore catena di poke in Francia con sede a Parigi. A livello di aumenti di capitale, si segnalano invece i round di finanziamento di Tasty Poke Bar (Spagna) e Island Poke (Uk).

© Riproduzione riservata