Sarà l’estate 2021 il lasciapassare per la ripresa dell’away from home? In attesa di misurare gli effetti del Green Pass, in particolare sulla presenza di visitatori europei che si attende comunque marginale, il turismo vacanziero è un treno da non perdere per un settore, quello del fuori casa, che più di tutti ha scontato gli effetti di lockdown, regioni a colori, coprifuoco e limitazioni degli orari di esercizio. Analisi dell’evoluzione della domanda e sviluppo di modelli di capaci di intercettare i nuovi trend e i bisogni emergenti dei clienti finiscono dunque in cima alla lista delle priorità.
FIPE: “MENO TURISTI STRANIERI MA PIÙ ITALIANI”
La trattazione non può che prendere le mosse dalla valutazione sui flussi previsionali di presen-za sul territorio nazionale: su un piatto della bilancia un crollo del turismo straniero, sull’altro un’impennata del turismo di prossimità. Al netto di una quota di indecisi, il dato sulle intenzioni vacanziere per la bella stagione raccolto da TradeLab è comunque chiaro: il 70% degli italiani non rinuncerà a partire per le ferie. Il 93% rimarrà in Italia, con una predilezione per le regioni del Sud.
“Nell’era pre-Covid su 44 miliardi di euro di valore del turismo straniero in Italia il 40% circa, 17 miliardi, si concentravano nel periodo luglio-settembre”, rileva Luciano Sbraga, Direttore Centro Studi Fipe/Confcommercio. “Quest’apporto è stato quasi completamente azzerato dopo l’esplosione della pandemia. Similmente a quanto successo per il 2020 sono certo però che quest’emorragia di stranieri sarà compensata dagli italiani che rimarranno in Italia“.
Con un grosso “ma”: mete e occasioni di consumo scelte dai primi non sono le stesse predilette dai secondi, e la compensazione potrebbe essere molto diversa a livello territoriale. “Le città d’arte per esempio, un bacino rilevante per il comparto vacanziero e del fuori casa e solitamente più gettonate dai clienti internazionali, sono destinate a pagare un conto salato in questo scenario“.
VERSO UN AGOSTO SUI LIVELLI DEL 2019
Nei primi quattro mesi del 2021 l’away from home ha generato un valore di appena 10 miliardi di euro. Maggio, pur imbrigliato dalle limitazioni di esercizio, ha rappresentato la scintilla della ripartenza, con un balzo del 90% rispetto ad aprile 2021.
“Sulla scia di queste rilevazioni” – sottolinea Angela Borghi, responsabile commerciale away from home di TradeLab – “rispetto agli 85 miliardi del 2019 e ai 53,6 del 2020, lo scenario di previsione attuale è quello di un valore atteso del mercato del fuori casa di circa 62-67 miliardi. È evidente dunque che su questo dato avrà un grosso contributo il periodo estivo“. “Un’incidenza perfino superiore di quella del 2020” – rimarca Borghi – “dove il risultato era stato tra il -9% e -12% rispetto all’estate 2019, con un agosto 2021 che ci attendiamo quasi in linea con quello pre-pandemico del 2019 e complessivamente un terzo trimestre del 2021 in flessione di circa il 3% rispetto a due anni fa. Anche per il quarto trimestre le previsioni sono positive (-6-7% rispetto al 2019) grazie alla piena ripresa delle attività economiche e scolastiche, al ritorno in presenza di fiere ed eventi e all’arrivo dei sostegni economici del Recovery Fund.
MERCATO DIURNO SU E RITORNO DI OCCASIONI SERALI
In quest’ottica un prezioso alleato per gli operatori del settore è rappresentato dalla voglia della gente di riappropriarsi della propria normalità, proprio a partire dai momenti di svago. “Alcune delle tendenze emerse nelle prime settimane di apertura ci aiutano a disegnare i modelli di consumo, e dunque le possibili risposte degli operatori, per in prossimi mesi” prosegue Sbraga.
“Lo sfruttamento dello spazio esterno, una delle carte vincenti per la ristorazione, più che un fenomeno legato alla stagione è una questione di percezione della sicurezza nei consumatori. Assieme a questo gli esercenti si stanno orientando sempre di più verso un’apertura “sette su sette”: c’è bisogno di far girare la macchina a pieno regime. Anche i confini tra tipologie di offerta stanno sfumando: la differenza tra modi e momenti di consumo del ristorante e quelli del bar si è assottigliata. La ristorazione tradizionale ha integrato pranzo e cena con aperitivi, colazioni, tutte quelle cose che servono ad occupare i tavoli. Questa sarà una tendenza molto forte nei luoghi di vacanza».
POLARIZZAZIONE DEI CONSUMI
“Il mercato diurno si è evoluto con la riscoperta di occasioni di consumo come pranzi leasure, aperitivo pre-pranzo o anticipato” – concorda Angela Borghi – “ci immaginiamo un ritorno con più intensità, e dunque maggiore spesa, delle occasioni serali: cene, aperitivi, dopocena. È quello che era già successo nel 2020 e che ha generato un effetto traino sulla crescita amplificato anche da un valore elevato degli scontrini“. La minore disponibilità di spesa degli italiani, provati da un anno difficile per l’occupazione, non è destinata infatti secondo TradeLab a frenare i consumi.
“Storicamente l’italiano non sacrifica la spesa destinata al fuori casa, che non risponde a bisogni funzionali ma è legata a quelli sociali ed esperienziali“– prosegue Borghi – “semmai ci si può attendere una maggiore polarizzazione dei consumi suggerendo un accento sulle soluzioni low price da un lato, dedicate a coloro che più hanno sofferto economicamente il periodo Covid, e sull’upgrade dell’offerta dall’altro, per intercettare chi ha accumulato risparmi ed è alla ricerca di esperienze uniche e prodotti premium“. Similmente un altro trend esploso nella pandemia, come il delivery, “non limiterà la scelta dell’esperienza fisica, ma anzi si integrerà con la proposta di ristorazione e ne farà da volano erodendo semmai quote ai consumi at home”.