Dopo Walmart, ecco Kroger. Risale allo scorso marzo, infatti, il lancio della prima ghost kitchen all’interno di un punto vendita Walmart, frutto di una partnership del colosso del retail a stelle e strisce con l’azienda canadese Ghost Kitchens, parte di un piano ben più ampio che prevede la riduzione delle food court e di conseguenza dei format di ristorazione in favore appunto delle dark kitchen. E ora è la volta di Kroger.
KROGER E KITCHEN UNITED
Cambia il partner, ma non la sostanza. Il leader del retail americano ha infatti annunciato il lancio della prima dark kitchen all’interno di un proprio punto vendita, in collaborazione con Kitchen United. Il debutto avverrà a Los Angeles, mentre ulteriori aperture sono attese entro fine anno. Il servizio, che prevede sei diversi tipi di cucina, locale e internazionale, sarà fruibile sia per i clienti del supemercato, in modalità ritiro, sia da casa, in delivery, tramite l’app di Kitchen United o i chioschi situati all’interno del punto vendita.
SEMPRE PIÙ ATTENZIONE AI CLIENTI
“La domanda di pasti freschi on demand da parte dei nostri clienti continua ad aumentare. così dobbiamo concentrarci sull’offerta di prodotti nuovi e innovativi che soddisfino tali richieste, sempre e ovunque“, ha affermato Dan De La Rosa, vicepresidente del gruppo Kroger, per il comparto fresco “La nostra partnership con Kitchen United si inserisce alla perfezione nel filone delle dark kitchen, per permettere così ai clienti di poter sempre ordinare i loro cibi preferiti”.
MAGGIOR BACINO D’UTENZA PER I RISTORANTI
“Kitchen United riconosce il valore significativo di Kroger come partner strategico. Il nostro lavoro insieme fornirà ai ristoranti partecipanti l’accesso a milioni di clienti Kroger e la capacità di soddisfare meglio la domanda off-premises comodamente al supermercato, un luogo sempre più frequentato dalla maggior parte dei consumatori“, ha affermato Michael Montagano, CEO di Kitchen United. “Abbiamo lavorato in collaborazione con il team di Kroger per curare un mix di famosi marchi di ristoranti e vediamo una grande opportunità per estendere tale partnership nelle città di tutto il Paese“.
Due indizi tradizionalmente non fanno una prova, ma le due iniziative lanciate negli Usa possono forse darci interessanti indicazioni e spunti di riflessione su quello che potrebbe essere il futuro delle food court all’interno dei centri commerciali.