La luce in fondo al tunnel

I bilanci dei primi tre mesi del 2021 relativi alla ristorazione commerciale fanno ben sperare: i big player trainano la ripresa
La luce in fondo al tunnel

Guardando ai risultati del primo trimestre dell’anno, si può forse affermare che il peggio sembra essere passato. Lo confermano i bilanci, anche se non positivi per tutti allo stesso modo. Autogrill e Marr sul mercato italiano riducono lo stacco dal 2020 e scommettono su un buon 2021, facendo intravedere la luce in fondo al tunnel.

LUCE IN FONDO AL TUNNEL PER AUTOGRILL

C’è qualche nota positiva, qualche segnale di normalizzazione nel bilancio del primo trimestre 2021 del gruppo Autogrill, uno dei maggiori player mondiali del cosiddetto “travel retail” quotato in Piazza Affari. Se, infatti, il confronto con i primi tre mesi del 2020 è ancora decisamente sfavorevole a livello consolidato, quantomeno in Italia si inizia a vedere una lucina in fondo al tunnel. Gli Stati Uniti, al contrario, restano impantanati nella crisi a causa delle grandi difficoltà nelle quali versa il canale degli aeroporti.

A livello consolidato, i ricavi trimestrali sono stati pari a 370 milioni di euro, in calo di oltre il 59% sullo stesso periodo del 2020. Il calo di vendite del mercato italiano, invece, è stato “solo” del 23% a quota 121 milioni di euro, grazie al progressivo recupero del fatturato autostradale, destinato a tornare sempre più vicino ai livelli pre Covid con il passare dei mesi, grazie all’aumento del traffico dovuto al progressivo miglioramento della congiuntura economica e di quella sanitaria.

Il dato complessivo del primo trimestre 2021, quindi, rischia di essere eccessivamente ingannevole se non lo si guarda nella giusta prospettiva, e non solo perché i primi due mesi dell’anno scorso sono stati “regolari”, visto che le chiusure sono partite a marzo (quindi il confronto è falsato), ma perché l’evoluzione sembra essere positiva, come dimostra il trend del fatturato al 25 aprile che segna un -40% (a cambi costanti in questo caso) evidenziando qualche progresso che potrebbe autorizzare un cauto ottimismo.

Resta il nodo degli aeroporti, che in Nord America, ma anche in altri paesi di presenza del gruppo, faticano a ripartire. Il calo del fatturato aeroportuale di Usa e Canada nel primo trimestre di quest’anno è stato di oltre il 63% a 174 milioni di euro, mentre quello dell’area “International”, che racchiude i mercati minori, è stato dell’81%. Nelle settimane successive si è sicuramente visto qualche piccolo miglioramento, ma il quadro resta più incerto e “sfidante”, come ha sottolineato la società.

LA RISTORAZIONE RIAPRE, MARR RECUPERA

Le piccole buone nuove in arrivo da Autogrill diventano indicazioni più corpose se si guarda ai numeri del primo trimestre di Marr, il maggiore attore italiano del foodservice, che proprio a inizio anno ha perfezionato l’acquisizione del gruppo Verrini di Genova, forte di 55 milioni di euro di ricavi nel 2020. Marr, nei primi tre mesi del 2021, ha registrato ricavi a 185 milioni di euro, in calo del 29% sul 2020. Un trend che è la somma di due mesi – gennaio e febbraio – il cui confronto con il 2020 è sicuramente impietoso, ma che si capovolge nel mese di marzo, durante il quale «si è registrato un trend decisamente positivo nonostante le pesanti limitazioni sanitarie», ha detto la società.

Il trend di marzo, se dovesse essere confermato anche nei mesi a seguire – e le premesse ci sono tutte grazie alle progressive riaperture della ristorazione – sarebbe sicuramente in grado di trainare i risultati del 2021 verso traguardi maggiormente positivi di quanto si potesse pensare solo qualche mese fa. E l’acquisizione di Verrini (per 8 milioni di euro inclusa assunzione del debito), specialista nell’ittico, potrà dare un ulteriore slancio soprattutto nei mesi estivi, se il turismo farà la sua parte.

LONGINO&CARDENAL RECUPERA CON B2C

Per Longino & Cardenal, invece, le difficoltà della ristorazione di alta gamma, fuori dal circuito del delivery che ha aiutato le catene commerciali, sono diventate l’opportunità di affacciarsi all’e- commerce B2C in parallelo all’attività di foodservice classica. Nel primo trimestre 2021 la società ha prodotto ricavi superiori a 345 mila euro con l’e-commerce, con circa 400 mila accessi e 2.760 ordini.

RECUPERO DI OLTRE 11% PER STARBUCKS

La catena americana ha visto una solida ripartenza del business nel primo trimestre del 2021. Il gruppo di Seattle, che in Italia ha tagliato il traguardo della prima dozzina di negozi aperti dallo sviluppatore Percassi, ha visto crescere i suoi ricavi consolidati dell’11,2% a 6,66 miliardi di dollari (5,4 miliardi di euro) soprattutto grazie al contributo dei negozi di proprietà. Interessanti le dinamiche all’interno della rete.

Negli Stati Uniti, il cuore del suo impero, la crescita dei ricavi è stata guidata esclusivamente dall’entità dello scontrino medio, salito del 21% rispetto allo stesso periodo del 2020 (dato a perimetro like for like), che ha più che compensato il calo del 10% di scontrini emessi. In Cina, altro mercato importante, al contrario è stato boom di scontrini emessi (+93%) ma con un valore unitario leggermente inferiore (-1%). La rete internazionale degli store, che comprende tutto ciò che è fuori dalle Americhe, ha visto una crescita del 26% del numero di scontrini emessi e del 7% nel valore unitario dei ticket.

KFC VOLA CON LA DIGITALIZZAZIONE

La digitalizzazione delle vendite sembra essere sempre più la carta vincente del gruppo americano Yum! Brands, da qualche anno impegnato ad espandersi anche in Italia con il marchio Kentuchy Fried Chicken, che assomma al momento 47 negozi aperti lungo la Penisola. Nel primo trimestre del 2021 il gruppo ha dichiarato che, a livello globale, le vendite delle sue catene generate attraverso qualsiasi piattaforma digitale (sia i siti di proprietà sia le app di terze parti) sono ammontate a 5 miliardi di dollari al consumo (4 mld di euro) e trainano il fatturato aziendale grazie a una “accelerazione” iniziata già nel 2020, quando i ricavi digitali erano saliti del 45%. I ricavi trimestrali consolidati della società sono saliti a 1,48 miliardi di dollari, in crescita del 17% sullo stesso periodo del 2020, di cui 625 milioni attribuibili al marchio Kfc. Tra i vari mercati è la Cina quello che mostra le migliori performance, segnale di una ripartenza dell’economia certamente anticipata rispetto al resto del mondo. Al 31 marzo dell’anno è gestito in franchising il 98% dei circa 50 mila ristoranti nel mondo della società che, oltre al marchio Kfc possiede anche Taco Bell, Pizza Hut e Habit.

MCDONALD’S CRESCE NEL MONDO, NON IN EUROPA

Gli Stati Uniti hanno guidato la crescita di McDonald’s nel primo trimestre del 2021. Grazie a questo sprint le vendite mondiali su base comparabile – o “like for like” – sono salite sopra i livelli del 2019. Un risultato che ha neutralizzato gli effetti della pandemia nonostante le restrizioni che, un po’ in tutto il mondo, hanno caratterizzato la gestione dei ristoranti. Negli Stati Uniti la multinazionale degli archi dorati ha visto crescere le vendite lfl del 13% rispetto allo stesso periodo del 2020. Una performance positiva che, dice la società, non si è però vista però in tutti i Paesi di presenza. Cina, Giappone, Australia, Canada, Inghilterra hanno avuto un andamento positivo delle vendite, mentre Francia e Germania hanno riportato risultati in “significativo” calo. Nessuna menzione per l’Italia, dove il gruppo ha raggiunto le 608 insegne a febbraio 2021, ultima data di rilevazione ufficiale. Il fatturato trimestrale con- solidato del gruppo è ammontato a 5,12 miliardi di dollari, in crescita del 9% sul 2020 e pari a circa 4,05 miliardi di euro al cambio attuale.

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