E se il futuro fosse il ristorante…modulare? Un locale piccolo ed essenziale, da reinventare con grande semplicità a seconda delle esigenze – la location, la clientela, il posizionamento di prezzo – e in cui a preparare il cibo fossero dei robot, anziché il personale in carne e ossa?
Ne sono convinti, da un lato, tre studenti di ingegneria di Stanford, la prestigiosa università americana e dall’altro lo chef stellato Eric Minnich, che dopo aver lasciato le cucine del Madera di Menlo Park in California si dedica allo sviluppo di startup innovative per il mondo della ristorazione.
ABBATTUTI I COSTI DI PERSONALE, GESTIONE E AFFITTO
Insieme hanno dato vita a Mezli, società di implementazione di ristoranti interamente automatizzati, che possono di volta in volta essere “vestiti” con layout grafico e menu a scelta, per intercettare al meglio le esigenze della clientela. “Passando un sacco di tempo nel campus” – raccontano a Christine Hall su TechCrunch Alex Kolchinski, Alex Gruebele e Max Perham – “ci siamo resi conto che non era facile trovare opzioni valide di cibo e quelle poche disponibili erano anche piuttosto care. Impossibile spendere meno di 10 dollari a pranzo e almeno 15 a cena, al punto che molti di noi si limitano a un pasto al giorno o escono e mangiano sempre da Chipotle, per pagare meno“. Da qui l’idea: come impiegare i robot per sostituire il personale e tagliare i costi di preparazione, allestimento, pulizia, che ricadono sul prezzo finale del cibo? “Abbiamo scoperto che il burrito che noi paghiamo 10 dollari non costerebbe più di 3 dollari, se non fosse gravato da costi di personale, gestione e affitto del locale. Una soluzione modulare e automatizzata come la nostra taglia tutti questi costi e offre cibo di qualità a prezzi estremamente vantaggiosi“. La collaborazione di Minnich si è rivelata fondamentale per sviluppare un menu che un robot possa comporre senza errori 24 ore al giorno, sette giorni su sette.
ORDINI INTERATTIVI PER DELIVERY E TAKE AWAY
A gennaio 2021 è stato lanciato il prototipo, Y Combinator, che lavora con un sistema robotizzato di preparazione di insalate in stile mediterraneo, contorni e bevande, integrato solo in minima parte da una cucina gestita da personale. I prezzi per una insalatona partono da 6,99 dollari, ma ci sono anche riso e verdure a 4,99; è possibile ordinare direttamente dallo schermo interattivo dello stand o online, e poi ritirare di persona o riceverlo a casa tramite le classiche piattaforme di delivery.
FORMAT DAL SUCCESSO IMMEDIATO
Tra gli abitanti di San Mateo, non lontano da San Francisco, la cucina free standing di circa 10 mq ha riscosso un grande successo. Il 44% di chi prova il servizio una volta, diventa un cliente abituale. Tanto da far ipotizzare già per inizio 2022 un lancio del format su larga scala: nel frattempo, si lavora alla terza versione del prototipo, anche grazie al finanziamento di 3 milioni di dollari ottenuto da una serie di partner tra cui il business angel MetaPlanet, l’esperto di robotica Pieter Abbeel, l’imprenditore della ristorazione Zaid Ayoub.
BASSI INVESTIMENTI PER ESSERE REPLICATO
Una volta che la compagnia sarà in grado di lavorare a pieno regime e di generare economie di scala, le potenzialità sono infinite: “Puntiamo allo sviluppo di massa di migliaia di ristoranti modulari, da aprire in un arco di tempo e con un investimento monetario assolutamente impensabile per i ristoranti di tipo tradizionale“, commenta Kolchinski. Che fissa come primo traguardo il migliaio di unità, in un anno.
Pieter Abbeel, professore a Berkeley e investitore del progetto, spiega le ragioni della sua fiducia nell’idea: “Mi ha attratto la visione della compagnia, di voler offrire cibo sano a un prezzo accessibile e in modalità semplice. Non è possibile che l’unica alternativa per chi non ha grandi disponibilità di spesa siano i fast food e il cibo conservato. E poi sono stato conquistato dall’approccio ipersemplificato alla composizione del prezzo finale: il consumatore ha diritto di pagare solo il cibo che consuma“. Infine, Abbeel vede nella facilità di allestimento e gestione di questa formula il vero successo di Mezli: “Ogni volta che parliamo di un locale fisico pensiamo a costi, problemi, criticità molto più alti della media. Questo dimostra che non è affatto così. E che dal giorno uno, un ristorante modulare è in grado di fare quello per cui è concepito: servire cibo. Ed è l’unica cosa che conta“.