In un momento di grande difficoltà per la filiera del fuori casa, colpita dall’emergenza pandemica, l’efficienza operativa e gestionale diventa un fattore fondamentale per affrontare il mercato.
GS1, organizzazione no profit che sviluppa gli standard più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese, lancia un nuovo progetto per risparmiare oltre 131 milioni di euro l’anno.
L’utilizzo degli standard globali GS1 nel settore del Foodservice, emersi dalla ricerca realizzata da GS1 Italy in collaborazione con la società di consulenza Progettica, infatti, permette un’operatività più precisa, linguaggi armonizzati, meno errori, maggiore professionalità della filiera e possibili nuovi canali di vendita aumentata.
INEFFICIENZA DEL FOODSERVICE
Lo studio di GS1 Italy e Progettica, che ha coinvolto 25 distributori (11 nel food e 14 nel beverage) e ha posto le basi per l’avvio di alcuni progetti pilota, che proseguiranno per tutto il 2022, ha misurato il risparmio economico e i vantaggi immateriali generati dall’adozione degli standard GS1 (come GTIN, GDSN, EDI) e dei servizi GS1 Italy (come Immagino) nel canale dei distributori, rilevando i bisogni della filiera Horeca a partire dall’analisi delle inefficienze.
Parliamo di un mercato composto in Italia da 3.900 grossisti che complessivamente generano 17,2 miliardi di euero di fatturato e che fino a oggi, tra produzione, distribuzione e pubblici esercizi, hanno sempre gestito le codifiche e le anagrafiche di base dei prodotti in modalità non meccanizzata, con conseguente incremento dei costi diretti associati (manodopera di attivazione e mantenimento) e indiretti.
Solo in rari casi la tracciabilità avviene in maniera meccanica. Molto più spesso, ogni attore della filiera gestisce in autonomia le informazioni ritenute necessarie ai fini della gestione di un processo commerciale, logistico o di certificazione. Dunque, aumentano le attività ridondanti, gli errori e i disallineamenti informativi, gli stock di prodotto non sono gestiti in modo efficiente e gli spazi nei magazzini non sono ottimizzati.
SOLUZIONI AD HOC
Dalla ricerca emergono quindi molteplici inefficienze, che potrebbero essere in buona parte risolte attraverso l’adozione degli standard globali GS1 e degli strumenti GS1 Italy che, anche nel Foodservice, come già avviene nel largo consumo, può portare importanti benefici in termini di ottimizzazione e digitalizzazione dei processi, nonché rappresentare un’opportunità̀ di collaborazione e crescita per tutti gli operatori del settore.
Un’evoluzione che consentirebbe ai distributori di avere interfacce normalizzate, meno errori di prelievo e riconsegna merce, una migliore gestione nei richiami di prodotto, un’intercettazione preventiva dei saldi puntuali per partita a riduzione dello smaltimento merce per scadenza e flussi di riordino ottimizzati.
Vantaggi visibili anche a livello economico: il passaggio agli standard GS1 porterà, infatti, risparmi nell’area dei costi di magazzino (-3,1% beverage e -3,8% food) e amministrativi (-4,3% beverage e -4,5% food), con un impatto significativo sull’EBITDA di quanti lo adotteranno (+10,8% beverage e +12,3% food).
In particolare, si stimano oltre 131 milioni di euro di risparmi totali all’anno, di cui il 73% collegati alla meccanizzazione con applicazioni WMS.
“Il mondo del fuori casa ha ampi margini per ottimizzare i processi e per digitalizzarsi“, dichiara Paolo Cibien, Foodservice engagement manager di GS1 Italy.” Questa evoluzione non può che fondarsi sull’adozione degli standard GS1, che portano efficienza logistica, migliorano lo scambio delle informazioni, generano maggiore trasparenza e riduzione dei costi di gestione, il tutto a vantaggio anche del consumatore finale. Entrare a far parte del sistema GS1 significa, inoltre, generare condivisione e dialogo tra gli attori della filiera. E questo è il momento propizio per farlo, così da poter agganciare al meglio la ripresa economica del paese”.