“Questa è la lista dei nostri hamburger, tutti disponibili anche in versione vegetale”. È una frase che, grazie all’ampia diffusione del plant-based, anche in Italia, non fa quasi più notizia. Ma, varcando la soglia di 3B, la stessa frase diventa “Questa è la nostra lista di hamburger vegetali, tutti disponibili anche in versione animale”.
PARADIGMA ROVESCIATO
3B è la prima hamburgeria milanese dove le portate saranno solo plant-based e dove la carne tradizionale sarà l’alternativa, l’eccezione. Il nuovo ritrovo offrirà un menu totalmente vegetale a marchio Future Farm, sempre più attiva nel mercato italiano.
Per chi ama la tradizione, l’unica e sola alternativa agli hamburger, ai sandwich e alle insalate completamente plant-based sarà una sola proposta di carne. Si rovescia quindi il paradigma per cui la solita alternativa vegetale e vegana diventa invece la protagonista, il piatto principale, relegando il ruolo secondario alla “solita” carne. La regola è il plant-based e l’eccezione è la carne.
PROGETTO IN PERFETTO EQUILIBRIO
L’idea si deve a Giovanni Parmeggiani e Giuseppe Mazzeo, imprenditori attivi da tempo nel mondo della ristorazione: il primo ha collaborato anche al lancio della start-up Ghe-sem e il secondo è uno dei soci dello storico Bar Magenta. Insieme gestiscono dallo scorso maggio RECICLI, un bar con ciclofficina in zona Navigli. L’intento dei due imprenditori è di integrare sempre di più l’esperienza della ristorazione e della mixology con il benessere e la salute. La sfida, quindi, con il nuovo format 3B è di creare un progetto che si approccia a concetti chiave come l’equilibrio nutrizionale, la qualità delle materie prime, la sostenibilità dei processi produttivi, mettendo sempre a disposizione dei clienti le ultime novità e le migliori innovazioni nel campo dell’alimentazione. È da qui che parte l’interesse per il mercato crescente dei prodotti plant-based e la collaborazione in esclusiva con il marchio Future Farm.
UN’IDEA TUTT’ALTRO CHE BANALE
Ma da cosa è nata un’idea del genere? Tra un assaggio e un altro abbiamo potuto scambiare due chiacchiere in esclusiva con i protagonisti.
“Giovanni e Giuseppe sono esperti del mondo della ristorazione” – ci spiega Felippe Fontanelli Sales Director Southern & Eastern Europe, Future Farm – “e stavano cercando qualcosa che caratterizzasse il locale che stavano aprendo. Noi siamo specialisti della carne vegetale con un prodotto di alto livello, apprezzato per la qualità, la consistenza, la succosità della carne proposta. Ci siamo conosciuti ed è nata l’idea di un locale con menu solo plant-based dove l’alternativa è la carne animale. Un posto capace di rivedere e ribaltare il concetto radicato nei locali e nei ristoranti classici dove la carne vegetale è l’alternativa. Da 3B la regola è il plant-based e l’eccezione è la carne”.
“Io e il mio socio Giuseppe” – ci racconta Giovanni Parmeggiani – “siamo nel mondo della ristorazione da qualche anno. Io ho collaborato al lancio di Ghe-sem mentre Giuseppe è uno dei soci dello storico Bar Magenta. Da maggio gestiamo RECICLI, un bar con ciclofficina in zona Navigli. Insieme abbiamo deciso di aprire una hamburgeria con una proposta diversa con un’impronta green, sostenibile e salutare”.
APPROCCIO FORSE TROPPO AUDACE PER L’ITALIA?
“Anche in Italia” – afferma Fontanelli – “si sta registrando una crescita incredibile di richieste di prodotti vegetali. C’è un’attenzione all’ambiente, al clima e alla salute che spinge le persone ad un consumo più critico della carne animale. Oggi esistono categorie di consumatori come i flexitariani, climatariani, reducetariani che scelgono un’alimentazione più varia che alterna alla carne tradizionale la carne vegetale. Ci sono svariate ricerche che dimostrano questo cambiamento di approccio anche in Italia. Il rapporto Coop del 2021 ha rilevato che il 13% degli italiani intervistati sta riducendo il consumo di carne (i cosiddetti reducetariani). Il progetto europeo Smart Protein ha condotto un’indagine in Europa da cui è emerso un 25% di italiani che si sono dichiarati flexitariani. Lo stesso studio ha rilevato un altro dato interessante per noi: a livello europeo, nella scelta dei sostituti delle proteine animali, il fattore che più conta è il gusto (40%), seguito da salubrità (34%), freschezza (29%). Per questo Future Farm ha puntato da subito su un prodotto che offre al palato la stessa consistenza, succosità e piacere di degustazione della carne”.
“La proposta di prodotti plant-based di Future Farm” – ci spiega Giovanni Parmeggiani – “è evoluta e sofisticata, è in grado di soddisfare il gusto di tutti coloro che per svariate ragioni vogliono integrare la carne vegetale (incluso pollo e tonno). I consumatori italiani, come quelli degli altri paesi europei, che stanno prendendo consapevolezza dell’impatto del consumo esagerato di carne animale e oggi trovano prodotti di alta qualità. In particolare, vogliamo offrire una proposta soprattutto ai giovani della GenZ che si stanno dimostrando molto attenti alle tematiche ambientali e climatiche: sono loro che i consumatori che vogliamo coinvolgere e fidelizzare perché saranno coloro che porteranno avanti il messaggio di un’alimentazione più sostenibile.”
Cosa bolle in pentola per Future Farm?
Ci risponde ovviamente sempre Felippe Fontanelli. “Abbiamo da poco introdotto nel mercato italiano il tonno che sta riscuotendo un grande successo insieme al pollo 2030. 2030 è la linea dei prodotti Future Farm che segue le indicazioni dell’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo eco-sostenibile. Stiamo lavorando per espandere la nostra rete di vendita e distribuzione nazionale e locale e nel corso dell’anno prevediamo di attivare nuovi partner nella GDO e Horeca in diverse regioni d’Italia”.