MENA, i migliori 50 ristoranti del 2022: Dubai in cima alla classifica

L’emirato conquista il gradino più alto del podio e altre cinque posizioni nella top 10. Il Borro unico alfiere italiano
MENA, i migliori 50 ristoranti del 2022: Dubai in cima alla classifica

Domina Dubai nella top 10 prima edizione della storia dei MENA’s 50 Best Restaurants, svoltasi ad Abu Dhabi sotto l’egida di S. Pellegrino e Acqua Panna. L’emirato ha infatti conquistato la vetta della classifica con il ristorante 3 Fils, ma anche la seconda piazza del podio con Zuma, espressione locale (guidata dallo chef è Pawel Kazanowski) della catena internazionale che unisce la scelta gastronomica giapponese al forte impatto degli ambienti studiati per stupire.

La medaglia di bronzo è per OCD Restaurant di Tel Aviv, forte di una declinazione contemporanea della cucina israeliana curata dallo chef Raz Rahav.

Ancora a Dubai si segnala anche il portabandiera della cucina italiana: Il Borro Tuscan Bistro, espressione della cucina toscana della casa madre di proprietà della famiglia Ferragamo.

IL FINE DINING IN CHIAVE CASUAL

Non è l’iper-formalismo o il lusso che spesso caratterizza Dubai a trionfare nella classifica dei Middle East and North Africa’s 50 Best Restaurants. La cucina di ispirazione nipponica dello chef Freddy Kazadi si sposa infatti con un format casual, nel quale l’esperienza di piatti in chiave fusion viene proposta nel segno del comfort e dei prezzi tutto sommato abbordabili.

Il locale, posizionato in una destination storica come Jumeirah Fishing Harbour, non e parte di grandi catene e non serve alcolici, ma ciò nonostante ha saputo conquistare il pubblico internazionale di Dubai.

PREMI PER UN’AREA EMERGENTE

L’acronimo Mena sta per ‘Middle East and North Africa’ e l’area considerata per stilare questa speciale classifica include un universo in rapida evoluzione nello scenario globale del fine dining. Nello specifico sono considerati Algeria, Bahrain, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Palestina, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen, tutti paesi ancora non toccati dalle grandi guide internazionali.

Dubai, come previsto, ha dominato le posizioni alte della classifica, dato che l’emirato ha saputo attrarre negli anni non solo investimenti, ma anche professionisti di primo piano ai fornelli e in sala. Nella classifica emergono però spunti intriganti per chi voglia vivere esperienze gastronomiche d’eccellenza anche in paesi meno scintillanti.

INFLUENTI, ANCHE AL FEMMINILE

In occasione della cerimonia ad Abu Dhabi per l’annuncio della classifica dei 50 Best Restaurants, sono stati assegnati anche i riconoscimenti speciali. Lo Chefs’ Choice Award (basato appunto sui voti dei colleghi) è stato attribuito a Reif Othman, chef di Singapore patron del Reif Kushiyaki a Dubai. In città sono rimasti anche il Sustainable Restaurant Award, assegnato alla politica anti-spreco del Lowe guidato dagli chef Jesse Blake e Kate Christou, e l’Art of Ospitality Award andato al Trèsind Studio. Anche il titolo di miglior pasticcere del Mena è rimasto a Dubai, ma vira al femminile con la pastry chef Sahar Parham Al Awadhi.

Una figura importante nel panorama contemporaneo degli emirati, la chef-patron di Fusions by Tala nel Gulf Hotel Bahrain Tale Bashimi, ha conquistato il Best Female Chef Award e infine l’attivista libanese Kamal Mouzawak – fondatore del primo mercato agricolo di Beirut, creato per sostenere i produttori dei villaggi con una filosofia slow food, e di una cucina comunitaria per le persone bisognose di Beirut – è stato scelto come vincitore del primo Foodics Icon Award.

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