In che modo le abitudini alimentari determinano i comportamenti d’acquisto dei consumatori? A questa domanda ha provato a dare risposta NielsenIQ, attraverso la ricerca “Conscious Eater”, condotta in cinque Paesi europei.
Oltre 37.000 le famiglie coinvolte nel sondaggio tra Italia, Gran Bretagna, Spagna, Germania e Francia, che hanno permesso di osservare approfonditamente il settore nutrizione, dimostrando come gli europei nelle loro scelte siano tanto diversi quanto simili.
ITALIA PRIMA PER IMPORTANZA DEL CIBO
Tra i cinque Paesi europei presi in esame nella ricerca, l’Italia si attesta in prima posizione per quanto concerne l’importanza del cibo. Infatti, il 92% delle famiglie coinvolte nel sondaggio spiega che l’argomento è fondamentale nella loro vita quotidiana. Seguono le famiglie della Spagna con l’87% e della Francia con il 79% di interesse.
Nello specifico, una famiglia italiana, spagnola e francese su due predilige i piatti nazionali mentre le famiglie in Gran Bretagna e Germania sono aperte a una cucina influenzata da sapori di altri Paesi.
PIÙ ATTENZIONE ALLE ETICHETTE IN FRANCIA E SPAGNA
Circa il 36% delle famiglie italiane durante la spesa investe del tempo per controllare l’etichetta dei prodotti alimentari per verificarne gli ingredienti, quota inferiore a francesi e spagnoli che si rivelano i consumatori più attenti, rispettivamente con il 42% e il 44% delle famiglie che si sofferma sulle etichette dei prodotti.
Stando ai dati NielsenIQ, il valore più basso, con il 23%, spetta invece agli inglesi, preceduti dai tedeschi con il 30%.
IN ITALIA SCARSA ATTENZIONE ALLA SOTENIBILITÀ
I consumatori italiani si dichiarano meno sensibili a temi legati alla sostenibilità e chiudono la classifica europea. Infatti, solo l’11% delle famiglie italiane dichiara di mangiare secondo un determinato regime alimentare poiché più sostenibile e con minor impatto sull’ambiente.
L’Italia è preceduta dalla Spagna con il 14% e dalla Gran Bretagna con il 17%. I Paesi più attenti a queste tematiche, secondo NielsenIQ, sono Francia e Germania che registrano rispettivamente il 20% e il 30% di interesse nei confronti del mangiare sostenibile per tutelare il nostro pianeta.
Le famiglie europee che optano per un’alimentazione in linea con i ritmi della natura hanno un’età demografica più matura e prediligono il consumo di cibi freschi e stagionali, fatti con ingredienti naturali, senza additivi o OGM, nonché biologici, tutte caratteristiche viste come una garanzia di qualità.
DUE PROFILI DISTINTI DI CONSUMATORI
I prodotti locali e nazionali dominano sulle tavole di questa tipologia di consumatore, anche per sostenere la propria tradizione culinaria. In Italia, a differenza degli altri Paesi coinvolti nella ricerca, sono emersi due profili di consumatori ben distinti: i “naturali” (15% delle famiglie italiane), più concentrati sugli ingredienti alimentari poco raffinati o non industriali per mangiare in modo più sano e sostenibile; i “radicati” (13%),più legati alla cucina italiana e ai prodotti regionali, per loro sinonimo di freschezza e gusto.
Nelle famiglie cosiddette etiche è la “coscienza” a guidare le scelte alimentari, cercando rassicurazione nelle certificazioni di sostenibilità dei prodotti che acquistano, garanzie sulla provenienza degli ingredienti così come sulla tutela degli animali.
RIDUZIONE DI CARNE TREND COMUNE
La riduzione del consumo di carne è una tendenza molto comune in Europa e vede come capofila la Germania che dichiara in primis di volerne ridurre l’utilizzo (34%), che il consumo dovrebbe essere occasionale (27%) e che va salvaguardato il benessere animale (26%).
In Italia il 31% delle famiglie cerca di limitare i consumi di carne e circa il 2% afferma di seguire una dieta strettamente vegetariana. Le famiglie etiche italiane sono però solo il 5%, quota inferiore agli altri paesi coinvolti nel sondaggio: