La ripresa dell’Horeca in Europa è generale, anche se cambiano le velocità del recupero post pandemia. Peraltro, la guerra in Ucraina rende tutto più complicato e dalla ricerca presentata a Sigep da Npd Group salta immediatamente all’occhio una nazione, quella (l’unica) che stava già operando a ritmi superiori al 2020: la Russia.
Velocità diverse
Le “ruggini” del Covid continueranno comunque a intaccare il fuori casa, che prima della pandemia sembrava un settore solido come il ferro. Jochen Pinsker, senior vice president Foodservice Europe di Npd Group, ha preso in considerazione alcune specializzazioni di pubblici esercizi. “Credo che il mondo della gelateria avrà un grande futuro – ha affermato durante la presentazione – perché il gelato rappresenta un prodotto di svago e relax, adatto al consumo dentro le mura domestiche, e quindi continuerà a vendere bene. Sono abbastanza pessimista per le caffetterie, troppo legate ai canali specifici del business e dell’education, dove la ripartenza è più complessa”.
+19% nel 2021
I dati esposti da Pinsker evidenziano un balzo del 19% per il foodservice europeo nel 2021, accompagnato da un +15% di visite e da una crescita del 3% della spesa media. La Spagna aveva messo a segno il recupero più importante (+33%) ma anche l’Italia, con un +31%, si era distinta in una classifica che invece ha visto un timido rilancio della Francia (+5%), confermando che a Parigi la strada del fuori casa continua a essere in salita. E del resto, in Europa, i valori del 2019 appaiono ancora lontani, perché nel 2020 il crollo era stato ovunque e aveva raggiunto il punto più profondo del baratro ad aprile (-78%) per poi riprendersi in estate e piombare nuovamente in basso tra novembre 2021 e marzo 2022 (mediamente sotto del 50%). E se il leisure è stato l’ambito più penalizzato, non è andata molto meglio nemmeno sul versante del full service e nemmeno dell’Horeca legato a scuola e lavoro, per ragioni imputabili a smart working e didattica a distanza. Tutti quei consumi si sono spostati da dentro a fuori casa.
Il confronto con il ’19
Di conseguenza, se paragonati con il 2019, i dati dell’ultimo anno continuano a essere in negativo di due cifre. La posizione peggiore è quella della Francia, proprio a causa del modesto recupero ’21: il calo nel confronto è del 35 percento. Non è andata molto meglio in Germania (-31%), mentre Spagna (-22%) e Italia (-25%) si sono difese un po’ meglio.
Tra i big del continente europeo, come anticipato sopra, l’unico paese che si è avvicinato alla parità è stata la Russia, grazie a un finale di 2021 superiore ai livelli dell’anno pre Covid. Gli altri restano sotto a doppia cifra.
I nuovi trend
La ricerca Npd indica l’homing ovvero il consumo in casa come tendenza trainante. “Frigoriferi e macchine per caffè oggi sono i primi competitor del fuori casa” ha osservato Pinsker.
Al di là di questa concorrenza destinata a continuare nel breve/medio termine, i fattori di crescita più marcati per il foodservice si chiamano delivery, e-commerce e snack pomeridiani, che salgono da una quota del 18% al 21% dei consumi totali. Inoltre, sarà sempre più importante il contenuto sostenibile del fuori casa: il 69% degli intervistati ritiene che i ristoranti dovrebbero aumentare le loro attenzioni per gli aspetti legati alla sostenibilità.
Infine, le zone cruciali per i consumi saranno aree residenziali e periferiche, contro i quartieri degli uffici e gli hub turistici che dominavano la scena pre Covid.