Champions of Change, i quattro vincitori dell’edizione 2022

Il riconoscimento internazionale celebra i protagonisti del mondo dell’hospitality che attraverso le loro azioni innovano e guidano il cambiamento. Chefs in Africa, Dignity Kitchen e Cook For Ukraine sono i tre progetti vincitori del 2022
Champions of Change, i quattro vincitori dell’edizione 2022

Sono Dieuveil Malonga, Koh Seng Choon, Olia Hercules e Alissa Timoshkina i quattro vincitori della seconda edizione di Champions of Change 2022, riconoscimento promosso da 50 Best, organizzazione internazionale che premia i 50 migliori ristoranti del mondo.

Il progetto, che ha preso via nel 2021, ha conferito tre premi a quattro persone che grazie al loro impegno stanno contribuendo a creare un impatto positivo per le comunità di riferimento, rendendo il settore dell’ospitalità più inclusivo e innovativo.

Premio speciale che precede l’evento The World’s 50 Best Restaurants 2022 previsto per il prossimo luglio, Champions of Change, è uno dei pilastri del programma 50 Best for Recovery, sempre più conosciuto a livello mondiale e che finanzierà con una donazione importante ciascuna delle cause supportate dai vincitori. 

FONDI PER GLI SFOLLATI UCRAINI

Le amiche Olia Hercules e Alissa Timoshkina hanno lanciato a Londra un’iniziativa di raccolta fondi per l’Unicef incentrata sulla cucina che hanno battezzato #CookForUkraine in risposta alla guerra in Ucraina, dove Olia Hercules è nata.

Dopo essersi trasferita dalla sua città natale Kakhova per andare a studiare all’università nel Regno Unito, a seguito della crisi finanziaria del 2008, ha lasciato il suo lavoro di reporter per perseguire il suo sogno di una carriera nel settore culinario, lavorando in alcuni ristoranti, tra cui l’Ottolenghi, e come creatrice di ricette, per poi pubblicare il suo libro di cucina Mamushka, dove ha raccontato le sue ricette di famiglia.

Alissa Timoshkina, food writer di origini russe, chef, insegnante di cucina e curatrice di eventi, si è trasferita nel Regno Unito per studiare storia del cinema e tenere conferenze sul cinema russo ed europeo, il tutto prima che la sua passione per la cucina la portasse a fondare un supper club a tema cinematografico, chiamato KinoVino.

Si concentra su un tema di grande attualità la loro iniziativa #CookForUkraine, nata con l’intento di raccogliere fondi per aiutare i bambini e le famiglie sfollate a causa della guerra, ma anche di aumentare la consapevolezza sulla crisi umanitaria e di fornire una piattaforma per le famiglie ucraine per condividere le ricette e le storie che ci sono dietro i piatti. Le due attiviste stanno collaborando con ristoranti londinesi per ospitare degli eventi ad hoc e proporre menu speciali per raccogliere fondi da inviare all’Unicef. 

FORMAZIONE E SOSTEGNO DEGLI CHEF AFRICANI

Dieuveil Malonga è lo chef del ristorante Meza Malonga, inaugurato a Kigali, in Ruanda, nel 2020. Il suo obiettivo? “Scrivere una nuova pagina nella storia della gastronomia che affonda le sue radici in Africa, per contribuire ad affermare il volto gourmet della cucina africana”.

Nato in Congo, Malonga si è trasferito in Germania a 13 anni, poi a Marsiglia. La sua continua ricerca gastronomica nel segno del dialogo tra Africa e Occidente lo ha portato a visitare ben 38 Paesi africani (su 54). 

Malonga è segnalato anche tra i giovani talenti della classifica 50 Next 2021 ed è il fondatore del progetto Chefs in Africa, nato nel 2016: una piattaforma online che supporta i cuochi africani, aiutandoli a superare le barriere e le difficoltà, dalla mancanza di formazione all’assenza di impiego, dalla mancanza di attrezzature alla discriminazione.

Grazie a questo network che mette in contatto chef, ma anche istituzioni e centri di formazione, oltre a giovani apprendisti o studenti (e che oggi conta come soci 4 mila cuochi africani), ogni anno Malonga forma 10 giovani chef, offrendo borse di studio e corsi di inglese per sostenerli nell’affermazione della propria professionalità nel mondo. 

PRIMO CENTRO GESTITO DA PERSONE DISABILI

Kong Seng Choon, invece, è l’ideatore di Dignity Kitchen, il primo centro di ristorazione collettivo in Asia, gestito da persone con disabilità. Oggi vive tra Hong Kong e Singapore, dove è tornato per fondare una società di consulenza gestionale, dopo aver studiato ingegneria e amministrazione aziendale nel Regno Unito. Nel 2010, a 50 anni, ha abbandonato la sua fortunata carriera per dedicarsi sull’imprenditoria sociale, fondando la prima Dignity Kitchen a Singapore, seguita da un’altra sede a Hong Kong, inaugurata nel dicembre 2019.

Si tratta di una scuola che insegna a persone con disabilità e svantaggiate il mestiere del commercio ambulante. Durante la pandemia, dopo aver fornito pasti caldi agli istituti di accoglienza per homeless, case di cura e gruppi di minoranza, ha studiato un sistema per cui i clienti possono pagare per un pasto “sospeso”, destinato ai bisognosi.

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