I ristoratori: “Stop alle mascherine in servizio”.
Dal 1° maggio è cessato l’obbligo di esibire il green pass all’ingresso nei pubblici esercizi. La misura imposta nel corso del cosiddetto “secondo lockdown” ha certamente pesato sia sui conti, sia sulla gestione delle attività di ristorazione e dei bar. E Fipe ora rilancia, chiedendo anche una revoca dell’obbligo di dispositivi di protezione individuale per i propri dipendenti.
Estate senza restrizioni
“I criteri non cambiano: il Green pass di fatto c’è sempre, solo che dal primo di maggio non verrà più richiesto per nessun tipo di attività, e noi confidiamo e auspichiamo che non ce ne sia più bisogno” ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.
Nonostante i dati ancora molto alti del contagio – 62.000 positivi nella giornata di martedì 3 maggio, numeri inferiori solo a quelli della quarta ondata di gennaio-febbraio, con 153 vittime – l’esecutivo presieduto da Mario Draghi ha deciso di allentare la morsa pur precisando che il lasciapassare sanitario non verrà smantellato. Naturalmente si guarda all’estate con fiducia, forti di uno storico che aveva evidenziato una fortissima riduzione dell’aggressività del covid, nelle sue diverse varianti.
“Lanciamo dei messaggi di fiducia e di speranza ai cittadini, e io credo che ci siano le condizioni per un’estate senza restrizioni – ha affermato il sottosegretario – perché dopo due anni di regole e restrizioni, soprattutto dopo che gli italiani si sono vaccinati e hanno rispettato tutte le indicazioni del governo, è giusto dare in questo momento messaggi positivi”.
Fipe: libertà di decisione
E se ai clienti non par vero di essere tornati senza mascherina all’interno dei locali, a seguito della nuova normativa, i più soddisfatti sembrano essere i gestori di pubblici esercizi che da domenica hanno smesso di eseguire i controlli imposti dalla legge per il Green pass.
“Dopo 26 mesi di restrizioni e impedimenti, finalmente la vita nei pubblici esercizi è tornata alla normalità” ha affermato Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio. Aggiungendo che: “Lo stop all’esibizione del Green pass per i clienti determinerà una riduzione notevole del carico di lavoro per i gestori e i dipendenti di bar e ristoranti che fino ad oggi sono stati costretti a controllare in media 20 milioni di certificati verdi ogni giorno”.
Manca però un passaggio: il personale dei locali continua a dover indossare i dispositivi di protezione individuale e questo, per Fipe, rappresenta un problema soprattutto dal punto di vista psicologico.
“Non si può fare il percorso a metà. Come Federazione dei Pubblici esercizi auspichiamo che anche i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro si adeguino con coerenza alle nuove disposizioni di legge eliminando l’obbligo per i dipendenti di indossare la mascherina. Saranno le imprese a valutare quale sia la scelta migliore da fare in relazione all’evoluzione del quadro dei contagi e all’organizzazione dell’attività” ha concluso Cursano.
Dove serve ancora
Le nuove disposizioni del governo prevedono che dal 1° maggio non esiste più l’obbligo del Green pass non solo per accedere ai bar e ristoranti al chiuso, negli hotel, nelle mostre e nelle fiere, ma nemmeno per frequentare palestre e piscine al chiuso, partecipare a feste e cerimonie, convegni e congressi, entrare in discoteche e sale da gioco, andare al cinema e a teatro. Nessun obbligo nemmeno per i corsi universitari in presenza e per i concorsi.
Dopo il trasporto locale, libero accesso anche su aerei, navi, treni e pullman a lunga percorrenza. Il pass non sarà più richiesto neanche sui luoghi di lavoro, pubblici o privati. L’obbligo di Green pass rafforzato resta fino alla fine dell’anno per i lavoratori e per i visitatori del comparto sanitario e delle rsa: nessun obbligo invece per i degenti e per chi si reca nelle strutture sanitarie per motivi di salute.