Lo scorso 9 maggio, nel contesto innovativo di Scuderie Future Food Lab di Bologna, è andata in scena la terza edizione di Ristorante del futuro, l’iniziativa che raggruppa le migliori realtà italiane del restaurant-tech.
La ricetta del futuro
L’evento si è articolato su 8 panel più una tavola rotonda finale, il tutto moderato da Antonio Iannone di TheFoodCons.
Ideare un locale di successo – Con Laurenzi Consulting e Arch. Stefano Rosini
La creatività a ciclo chiuso
Filiera a prova di digitale – Con Deliveristo e Bencotta
Come digitalizzare le forniture del mondo Horeca?
Tutti i “+” dei menù digitali – Con Dishcovery
Tanti plus. Un must
Buoni pasto digitali e welfare sostenibile – Con Eatsready e Whimsy Kitchen
I nuovi strumenti di pagamento a disposizione di ristoratori e consumatori
La tecnologia per il delivery – Con Hotbox e Pepa L’arepa
Si può portare innovazione e tecnologia in qualcosa che è già innovativo?
Dalla multicanalità all’omnicanalità – Con Tilby (By Scloby) e Gnamferrara
Come offrire un’esperienza integrata ai propri clienti su tutti i touchpoint
L’evoluzione nella ricerca di personale – Con Jojolly
Come la tecnologia può facilitare la ricerca di personale e combattere il lavoro nero
Food Theather: trasformare una crisi in un’opportunità – Con Andrea Magelli di Future Food Institute
Tavola rotonda: L’innovazione nell’Horeca tra situazione attuale e prospettive future.
Spunti di riflessione
Con un tale ampiezza di argomenti, non sono mancati ovviamente gli spunti di riflessione.
“Fare soldi con la ristorazione è diventato estremamente complicato e per niente scontato” ha affermato Dario Laurenzi, CEO di Laurenzi Consulting, “per cui è necessario un approccio attento e guidato. Mettere a terra bene idea e contenuti e poi affidarsi a dei professionisti per lo sviluppo“.
“I vantaggi di avere un marketplace per i prodotti e una filiera digitale – ha dichiarato Ivan Aimo, CEO di Deliveristo – sono molteplici: risparmio di tempo, possibilità di comparare i prezzi, avere spunti per nuove idee, tenere traccia degli ordini”.
“Possiamo affermare che il menù digitale, grazie soprattutto all’enorme versatilità e ai numerosi vantaggi che apporta, sia divenuto ormai una commodity. Per questo è necessario integrarlo con la possibilità per il cliente di pagare e ordinare, che permette al ristoratore di aumentare lo scontrino medio“. Questo è il pensiero di Marco Simonini, CMO di Dishcovery che si è lasciato andare ad un’anticipazione: “Il trend dell’estate Horeca sarà la possibilità di ordinare direttamente da sotto l’ombrellone”.
“Per rendere il delivery una nuova fonte di reddito – ha affermato Anthony Byron Prada, CEO di Hotbox – non si può assolutamente prescindere da una propria app e un proprio servizio di consegna, con la gestione in proprio dei dati, e dagli strumenti tecnologici per garantire ai clienti un’esperienza quanto più possibile simile a quella all’interno del ristorante”.
“In un comparto della ristorazione che sta divenendo sempre più digitale“, ha dichiarato Nicola Faedi, CEO di Eatsready, che segue “anche il buono pasto deve evolversi. Pensiamo ad esempio agli ordini online per asporto e delivery. Un’integrazione con i buoni pasto digitali è sicuramente un’arma in più a disposizione dei ristoratori”.
“Affidarsi ad un punto cassa al giorno d’oggi – ha affermato Max Grasso – vuol dire avere un vero e proprio gestionale, integrabile con tutti i punti di contatto del ristorante, dalla sala alla cucina. La recente introduzione, inoltre, da la possibilità di inviare lo scontrino digitale all’e-mail del cliente, inoltre, apre un mondo di infinite possibilità lato marketing”.
“Fughiamo ogni dubbio circa la ricerca di personale” – ha dichiarato Mattia Ferretti, CEO di JoJolly, soprattutto alla luce delle recenti polemiche. “Il personale cha ha voglia di lavorare c’è, così come ci sono imprenditori della ristorazione che pagano bene. Tra i vantaggi del digitale c’è appunto quella di facilitare l’incontro tra queste due realtà, solo all’apparenza distanti”.
Nicolò Dondi, di GnamFerrara ha dichiarato “per noi che veniamo dal settore dei mobili, l’affidarsi a strumenti digitali innovativi ci ha permesso di colmare le lacune che avevamo nel settore ristorazione”.
Particolarmente significativa e degna di nota è l’esperienza di Whimsy, attiva nello sviluppo di dark kitchen “Siamo attivi dal 2019 a abbiamo attualmente 14 cucine in tutta Italia” ha affermato Marco Gregorace, CEO. E durante la tavola rotonda è emerso che Whimsy collabora con gran parte delle startup di Ristorante del futuro. A dimostrazione che la ristorazione non può assolutamente più prescindere dall’innovazione.