Se per interrompere volontariamente una gravidanza o per accedere al protocollo per il cambio di genere un dipendente di Starbucks dovrà percorrere più di 150 km, sarà l’azienda – nei soli Stati Uniti, per ora – a farsi carico delle spese di viaggio. Una decisione che sa di rivoluzionario, destinata a far discutere. Ne parla Aneurin Canham–Clyne su Restaurant Dive, in un articolo in cui si precisa, innanzitutto, che questa politica si applica a tutti i dipendenti iscritti al piano di benefit di Starbucks, nonché alle persone a loro carico.
Anche se non è chiaro quando entrerà in vigore, la norma è figlia delle preoccupazioni suscitate dall’ipotesi, ventilata di recente dal Congresso, di ribaltamento della sentenza Roe v. Wade del 1973, con cui si legalizzava il diritto all’aborto. A chiarirlo è stata l’azienda di Seattle, con una lettera che Sara Kelly, vicepresidente esecutivo ad interim ha indirizzato ai dipendenti.
L’azienda non ha chiarito se offrirà sostegno ai dipendenti che rischiano di avere problemi legali per aver cercato di abortire o di ottenere cure per l’affermazione del proprio sesso, né quali forme di spese di viaggio siano ammissibili per il rimborso. Ma Starbucks si è impegnata a garantire ai dipendenti “l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità” indipendentemente dall’esito della revisione della sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema, evidenziando così i progressi fatti dall’insegna in materia di benefit per i lavoratori, in senso allargato.
ANCHE CONSULENZA LEGALE
I piani assicurativi della catena di caffetterie hanno iniziato a coprire gli interventi chirurgici per il cambio di sesso sin dal 2013 e nel 2018 hanno ampliato la copertura per includere ulteriori trattamenti. In una dichiarazione ufficiale rilasciata dalla compagnia, Starbucks ha ricordato la possibilità offerta di fornire consulenza gratuita e confidenziale ai lavoratori che cercano cure mediche dentro o fuori dagli Stati di origine, attraverso il programma Starbucks Advocates. “Ogni volta che le nostre azioni hanno un impatto sul vostro accesso all’assistenza sanitaria, lavoreremo per assicurarci che vi sentiate supportati il più possibile”, si legge al suo interno.
TUTELA PER I TRANSGENDER DISCRIMINATI
L’annuncio dell’estensione dei benefit medico sanitari offerti da Starbucks fa seguito alla riduzione dei diritti e dei servizi per i trans gender, attuata in diversi Stati. A marzo, i legislatori statali hanno sottoposto al giudizio della Corte 238 proposte di legge che limiterebbero i diritti Lgbtq, e molte di queste iniziative prendono di mira la possibilità per la comunità transgender di accedere a cure sanitarie che confermino il proprio genere.
RESTRIZIONI SULL’ABORTO IN TEXAS
In diverse località degli Stati Uniti sono state introdotte maggiori restrizioni sull’aborto. Il Texas, ad esempio, ha approvato l’anno scorso una legge che vieta l’aborto dopo sei settimane di gravidanza e consente ai privati cittadini di citare in giudizio le persone che hanno assistito le pazienti nell’ottenerlo. All’inizio di quest’anno, il governatore del Texas Greg Abbott ha ordinato al Dipartimento per la famiglia e i servizi di protezione, di indagare sui genitori dei minori che ricevono cure per l’affermazione di genere, classificando questa forma di assistenza sanitaria come “abuso sui minori”.
MICROSOFT, APPLE E UBER SEGUONO L’ESEMPIO
Starbucks, al momento, risulta essere l’unica grande catena di ristorazione a fornire rimborsi di viaggio per questo genere di procedure. Tuttavia, aziende di primo piano come Microsoft, Uber, Yelp e Apple, hanno assunto impegni simili. Visto che il colosso di Seattle ha fatto spesso da apripista, quando si tratta di benefit nel settore della ristorazione, è possibile che altre insegne decidano di attivare politiche di rimborso dei viaggi per motivi medici di varia natura.