Il mercato dei vini italiani gode di ottima salute. Il 2021 dei grandi produttori vitivinicoli si è chiuso con un +14,2% di fatturato, trainato dallo scatto in avanti dei vini frizzanti, che con un +21% (+5,7% di ricavi complessivi e +7,5% di export) distanziano i vini fermi (+12,4%).
È un quadro complessivamente positivo quello che emerge dal report sul settore vinicolo italiano pubblicato dall’Area Studi Mediobanca, che analizza le 251 principali società di capitali italiane con fatturato 2020 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati pari a 9,3 miliardi di euro (l’85,3% del fatturato nazionale di settore).
Sostanziale equilibrio tra mercato interno (+14,8%) ed estero (+13,6%), mentre continua a crescere l’Ebit margin (+6% sul 2020).
L’export vede premiati maggiormente i mercati di prossimità (Paesi UE) con il 41,2%, seguiti dal Nordamerica (+34,1%) e dall’America centro-meridionale, balzata al +22,8%.
LA RIPRESA DELL’HORECA
Per il 2022 i maggiori produttori di vino si attendono per il 2022 una crescita del 4,8%, che arriverebbe al 5,6% considerando solo l’export. Maggiori le incertezze sul futuro per gli operatori del canale off trade (Gdo e retail), mentre si delinea un ricorso più sostanzioso alla vendita diretta, che garantisce maggiore sicurezza.
Se nel 2021 le cooperative hanno contenuto la crescita al +9,2% (+19,6% le non cooperative), i risultati migliori li registra l’Horeca, con un +28,1% e un a crescita a valore che passa dal 15,6% al 15,9%. Stabile invece il canale Gdo, con il 35,6% del mercato a una crescita a valore del 13,5%.
PREMIUMIZZAZIONE E SOSTENIBILITÀ
Sono due le parole chiave lasciate in eredità dal 2021: premiumizzaione e sostenibilità. In questa direzione crescono a doppia cifra i vini Icon (+33,2%) e Premium (+20,2%). Tiene il bio, con vendite nel 2021 in aumento dell’11%, mentre fa uno scatto in avanti il vino vegan (+24,8%) al 2,2% del mercato. Cresce l’interesse anche per i vini naturali (+6,9%) e biodinamici (+2,4%), che ad oggi prendono però solo l’1% del mercato.
I BIG SUL PODIO
Il podio dei principali produttori nazionali, vede al primo posto il gruppo Cantine Riunite-Giv, leader nelle vendite con fatturato a 635,2 milioni (+ 9,7% sul 2020).
Al secondo posto Italian Wine Brands, con 423,6 milioni di euro, che guadagna cinque posizioni dopo l’acquisizione di Enoitalia e della statunitense Enovation Brands.
Sul gradino più basso del podio il polo Botter-Mondodelvino (Clessidra) in crescita del 19,3% sul 2020 con415 milioni.
2021 è pari a 389,9 milioni di euro (+7,7%), la trentina Cavit (fatturato 2021 pari a 271 milioni di euro, +29,2% sul 2020), la toscana Antinori (265 milioni di euro, +24,6% sul 2020), la veneta Santa Margherita (220,6 milioni, +28,3%) e la piemontese Fratelli Martini che ha realizzato una crescita del 5,4%, portandosi a 219,4 milioni di euro.Nel rapporto tra risultato netto e fatturato, il 2021 vede in testa le società toscane e venete: Frescobaldi (25,6%), Santa Margherita (21,3%) e Antinori (17%).
Per quanto riguarda l’export, prevalgono i produttori piemontesi (72,2% del fatturato) e toscani (63,8%), che vedono anche un incremento delle vendite del 24,9% Avanzano anche i produttori lombardi (+22,4% le vendite totali e +23,8% quelle oltre confine) favoriti dalla maggiore diffusione degli spumanti (46,1% del fatturato).
IL BOOM DELL’ONLINE
Le piattaforme di wine e-commerce nel 2021 hanno fatto segnare un balzo superiore al 60%. A guidare la classifica dei principali pure player è Tannico, che nel 2020 ha registrato ricavi per 37,1 milioni di euro (+83% sul 2019). Aumenti in tripla cifra, in seconda posizione, per Vino.com (+218,7%) che supera i 30 milioni di euro, seguita da Bernabei (+160,4%) a 25,9 milioni.