Il Governo spagnolo ha deciso di punire con pene severe le aziende della catena di produzione e di distribuzione che generano sprechi alimentari che si potrebbero evitare: la proposta di legge “per la prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari”, che verrà presentata al Parlamento di Madrid a breve, potrebbe entrare in vigore già a inizio 2023, con sanzioni comminate tra i 2 mila e i 60 mila euro. I dettagli vengono approfonditi in un articolo su Food Service De.
DONAZIONI, SCONTI ALLA SCADENZA E DOGGY BAG
Il Ministro dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, Luis Planas, ha sottolineato il carattere pionieristico della legge, all’interno dell’Unione Europea. «Solo la Francia e l’Italia hanno normative simili», ha commentato. E ha spiegato che l’attacco allo spreco alimentare avverrà su più fronti: le grandi aziende alimentari dovranno sviluppare piani per ridurre i rifiuti. Ai supermercati verrà chiesto di abbassare i prezzi all’avvicinarsi della data di scadenza. Anche le donazioni di cibo alle banche alimentari e ad altri gruppi di aiuto dovranno essere organizzate meglio. Ristoranti e i pub dovranno privilegiare fornitori con un approccio consolidato alla sostenibilità, alla riduzione del packaging, al trasporto green e offrire gratuitamente ai clienti delle “doggy bag” per portare a casa il cibo non consumato.
IL 75% DELLE FAMIGLIE FA MEA CULPA
Saranno dunque le insegne di ristorazione, di fatto, a rappresentare il trait d’union con i cittadini, il secondo fronte su cui il Governo vuole intervenire. Secondo il Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, ogni anno in Spagna vengono buttate via ben 1,36 milioni di tonnellate di cibo, circa 30 chilogrammi per cittadino.
Stando all’ultimo studio condotto dall’esecutivo spagnolo sullo spreco alimentare, il 75% delle famiglie spagnole afferma di sprecare cibo: degli alimenti che finiscono nella spazzatura, tre quarti sono prodotti non lavorati, cioè non sono stati cotti. E tra questi prodotti, i più diffusi sono la frutta (32,1%), la verdura (13,6%), il pane (4,8%) e il latte (4,5%).